TERRORISTA


Per l’Osservatore Romano i “vili attacchi” alla Chiesa lanciati martedì da Andrea Rivera dal palco del concerto del Primo Maggio sono un atto di “terrorismo”. Il quotidiano della Santa sede, i cui redattori certamente conoscono l’espressione “usare le parole come pietre”, ha deciso di scagliare un macigno sulla testa di un uomo di spettacolo che con ironia (appropriata o meno: qui non c’entra e non si discute di questo) si è permesso di formulare critiche all’atteggiamento del papa e delle gerarchie ecclesiastiche.
Poiché all’Osservatore Romano sanno come noi cos’è il terrorismo, i suoi redattori avrebbero dovuto evitare quel termine. (…) “Terrorista” è chi compie atti di terrore. Chi esprime delle opinioni, per quanto discutibili esse siano, no. L’Osservatore Romano ha fatto una cosa sbagliata e grave. Ha accusato con arroganza e con violenza spropositata un conduttore che aveva espresso giudizi critici nei confronti del papa e della Chiesa. Dicendo, ad esempio, che “la Chiesa non si è mai evoluta” e stigmatizzando il fatto che siano stati rifiutati i funerali a Welby (cosa che abbiamo fatto a suo tempo pure noi come molti altri, anche cattolici: tutti terroristi?).
(Il Riformista, 3/5/2007)


Dopo giorni di “allarme Bagnasco”, la Santa sede torna a occupare le prime pagine dei giornali all’insegna del “codice rosso”. Tutto è nello stesso calderone: le scritte “vergogna” contro il presidente della Cei, il bossolo ricevuto dallo stesso Bagnasco e per il quale si è mobilitato lo Stato a tutti i livelli, le bordate di Rivera. Ma anche il voto dell’europarlamento contro l’omofobia e, in generale, le critiche nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche. Sacrosanta, è il caso di dire, la decisione della Chiesa di rispondere tenendo alta la propria bandiera. Discutibile, se l’espressione è concessa, la tentazione di corredare il “non ci facciamo intimidire”, con un’intimidazione di altro tipo.
(Micaela Bongi, Il Manifesto 3/5/2007)


Cosa ha fatto di male Andrea Rivera? Niente, niente, niente. Ha criticato la Chiesa cattolica, in modo ironico e garbato. La Chiesa ha risposto, come si faceva nel medioevo, con un anatema e una maledizione, violando persino le leggi dello Stato che proibiscono la calunnia e la diffamazione, ed esponendo questo giovane artista alla furia e alle ritorsioni del mondo cattolico e del potere.
(Piero Sansonetti, Liberazione 3/5/2007)


Definire terrorismo le parole di Rivera denota un abuso assai pericoloso del linguaggio. La Chiesa sta chiudendo tutte le porte al dialogo. Una scelta che si lega al prossimo Family Day e che mi preoccupa molto.
(Stefano Rodotà, l’Unità 3/5/2007)


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