CASTIGLIONE - NO PRECARIETÀ


La volontà, da parte di alcuni lavoratori di Castiglione, di organizzarsi sul territorio per dare il proprio contributo coerente di lotta alla precarietà in tutte le sue sfaccettature, partendo dalla precarietà nel lavoro, ha portato da qualche mese a costituire un comitato lavoratori contro le precarietà. Lavoratori che vogliono organizzarsi, unirsi, principalmente, con altri lavoratori per contrastare, al meglio delle proprie possibilità e forze, una delle piaghe più grosse e infami di questa società, la precarietà dei rapporti di lavoro, partendo dal territorio in cui si vive e si lavora. Contrastare, attraverso l’informazione/controinformazione, denunciare/mobilitarsi contro norme e leggi che istituzionalizzano la precarietà (es. pacchetto Treu, legge 30), appoggiare le lotte e tutte le forme di lotta che i lavoratori mettono in campo per contrastare le situazioni che portano precarietà, come l’esternalizzazione e la delocalizzazione del lavoro, sono i principali obiettivi del comitato. L’attività svolta in questi primi mesi di lavoro si è basata quasi esclusivamente sull’informazione/controinformazione sul mondo del lavoro in generale, e sulla precarietà in particolare. Abbiamo fatto volantinaggi di denuncia sul continuo aumento della precarietà e sulle conseguenze della precarietà sulla vita dei lavoratori, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Un altro volantino riguarda la piaga senza fine degli infortuni e dei morti sul lavoro. Abbiamo promosso, inoltre, alcune iniziative con filmati sul mobbing, sulle lotte di Melfi, e sulle esperienze di vita lavorativa e sociale raccontate da lavoratori precari, mentre attualmente stiamo realizzando una serie di incontri dedicati all’informazione/formazione su alcune delle tipologie di contratti di lavoro precario e sulle leggi che rendono “legale” questo obbrobrio. Pensare che la precarietà non ci riguarda o non ci riguarderà, o pensare che non c’è niente da fare o che qualcun altro lotterà per noi è estremamente sbagliato. Bisogna prendere coscienza ed aiutare a prendere coscienza, l’indignazione da sola non basta. Dobbiamo organizzarci, in prima persona, uniti e non divisi come vorrebbero i padroni: lavoratori vecchi e giovani, immigrati e italiani, del sud e del nord, donne e uomini, lavoratori precari o a tempo indeterminato. I lavoratori devono lottare uniti perché gli interessi sono comuni. Lottare o subire. Unirsi e lottare.
Se vuoi contattarci:
e-mail: precaricastiglione@libero.it
Comitato lavoratori contro la precarietà


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