LEGGE BOSSI FINI


Che cosa è l’odierna immigrazione? È semplicemente una necessità storica insita nel processo economico che oggi domina e determina la vita planetaria. I flussi di investimento di capitale che partono dai paesi ricchi distruggono, nei paesi poveri, quelle economie di sussistenza, quelle comunità di villaggio e quelle originarie strutture coesive che vi trattenevano le popolazioni, ed hanno perciò come loro risvolti i flussi di popolazione che arrivano nei paesi ricchi. Il discorso securitario- repressivo della politica sull’immigrazione indica i migranti come la principale minaccia alla sicurezza dei cittadini. La soluzione è dunque basata sulla falsità di far derivare dall’immigrazione mali che scaturiscono naturalmente dalla dinamica della nostra società. Nel mondo globalizzato è impossibile frenare i flussi migratori, è come voler fermare una mandria di buoi inferociti con un bastone. Abbiamo accettato che dai nostri paesi partissero degli investimenti capitalistici ristrutturanti in altre aree del mondo e non possiamo ora evitare il rinculo della redistribuzione demografica. Non è materialmente possibile chiudere le frontiere, soprattutto se molto lunghe come le nostre, agli ingressi di masse che vi premono, troppo numerose, e con troppa forza di disperazione. Se ci si prova, si compiono soltanto vessazioni inefficaci, e si alimenta una finzione, quella del “NO ALL’IMMIGRAZIONE”, che non può essere messa in pratica, e che, quanto più è ribadita, tanto più inocula nella società, al solo miserabile scopo di ottenere consensi elettorali, germi di ottundimento intellettuale e incanaglimento morale. Ricordiamo la BOSSI –FINI fatta approvare nel 2002 (dal governo in carica in quel periodo); essa contiene disposizioni crudelmente restrittive per gli immigrati, come l’impossibilità di ricongiungimento con i familiari, favorendo il traffico dei clandestini che per 4/5.000 euro rischiano la vita su una carretta del mare, con personaggi poco affidabili di cui non oso neanche pronunciarne i nomi (ricordate il traffico di contrabbando di sigarette a Napoli?). Nel suo art. 33, però, la legge autorizza una tantum la regolarizzazione dei clandestini in grado di dimostrare di avere un lavoro nel nostro paese. Da una parte esibisce, ad uso propagandistico, la cacciata di tutti i clandestini dal nostro paese, ma dall’altro, in obbedienza agli imprenditori che hanno bisogno di FORZA LAVORO A BASSO COSTO prepara una futura SANATORIA. Cominciamo a capire a cosa serve questa legislazione che crea clandestinità. Serve a dare alle aziende una quota di lavoratori immigrati alla mercé dei loro padroni. Serve, in altre parole, a creare, nella sua forma estrema, quel lavoro senza diritti e senza tutela che l’attuale capitalismo esige. Quindi, mentre da un lato una parte della politica attuale sbandiera la volontà di cacciare gli emigranti con provvedimenti repressivi, moralmente poco accettabili e non da stato democratico costituzionale, dall’altra parte ti comunica che se tu, ITALIANO, non ti adegui a questo stato di fatto, te ne stai buono buono a casa disoccupato! Bisogna adesso fare una riflessione approfondita. Nella globalizzazione capitalistica QUESTI SIGNORI NON HANNO NESSUN SENSO DI STATO NE’ DI BANDIERA, come vogliono farvi credere, il loro unico obbiettivo è il profitto, anche se sulla pelle della povera gente!!!!!!
Dino Rodriguez
Castiglione delle Stiviere


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