LIBERTA’ E DIRITTI DELL’UOMO


Buongiorno redazione de La Civetta. Ho letto sul numero di Aprile un articolo che non mi è piaciuto molto, e ho pensato di rispondere all’autore, Enrico Cauzzi. L’articolo a cui voglio rispondere, edito nel numero di Aprile 2006 de La Civetta, comincia e finisce con delle domande. La prima chiede “La tua libertà d’opinione include la libertà di criticare la mia convinzione fino all’irrisione, oppure la tua libertà deve arrestarsi e tacere qualora io la vivessi come offensiva delle mie convinzioni?”. L’art. 2059 del Codice Civile sancisce il risarcimento dei danni non patrimoniali solo nei casi previsti dalla legge (uno di questi casi è indicato come quello citato nell’art. 4 del Decreto Legislativo 215 del 9 luglio 2003, che cita atti o condotte discriminanti). A questo si può facilmente collegare l’integrità morale, che si rispecchia nel diritto all’onore, tutelata dal Codice Penale all’art. 186. L’onore è leso, a mio parere, quando la libertà di espressione di un soggetto, porta alla derisione di una mia caratteristica fondamentale, che è anche diritto sostanziale, sancito non solo dalla citata Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, ma anche dalla più recente Costituzione Italiana, agli art. 2 e 3. La religione è una di queste caratteristiche fondamentali. Perciò, schernendo la fede di un credente, commettiamo violazione del suo sacrosanto diritto all’onore. La Carta Fondamentale dei Diritti Europei tutela, inoltre, i soggetti da eventuali aggressioni sulla persona. L’art. 1 dice che la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata e tutelata. E, sebbene l’art. 11 ribadisca la libertà di opinione ed espressione, l’art. 22 afferma che l’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica. Non si tratta, perciò, solo di libertà, ma anche di rispetto. Comunque, senza ombra di dubbio e attenendoci all’ordinamento, ci basta leggere l’art. 10 del Codice Civile per renderci conto che le tanto discusse vignette sono un esempio di abuso di immagine. Questo è infatti punito, non solo se riguarda le caratteristiche fisiche del soggetto, ma anche se riguarda le caratteristiche individuanti una persona, siano esse rappresentate scenicamente, cinematograficamente o da caricature e imitazioni, come in questo caso. Tornando alla menzionata Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, all’art. 4 si dice espressamente: la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; mentre successivamente, nell’art. 10 si ribadisce che nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose; per finire con l’art. 11 che termina con la frase: la libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. Davanti a tanti e precisi articoli presi da varie fonti dell’ordinamento, mi sento di rispondere all’ultima domanda dell’articolo Liberté, che cito testualmente: “Quando l’Islam sarà capace di un po’ d’autoderisione?”, affermando che non si tratta né di autoderisione, né di censura. Semplicemente dovremmo tutti abituarci a rispettare le idee degli altri. Infatti, esprimendo un’opinione, non c’è bisogno di offendere o ledere diritti fondamentali e inviolabili quali l’onore e la diversità culturale, religiosa, etc. Anche noi abbiamo fatto guerre sante e libri neri, come possiamo scagliare la prima pietra?!
Rashka 2006


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