Convento di S. Maria


Gentili signori della Redazione,

Leggo su La Civetta di febbraio che l’amico Franco Tiana avrebbe dichiarato, in merito all’ecomostro di S.Maria: “dato che non è possibile vietare ai proprietari terrieri di costruire sulle loro [proprietà], cercheremo…”. Dubito che Franco abbia detto esattamente così, e credo piuttosto che il redattore abbia per errore scritto “dato che…” invece di “se davvero…”. Infatti, non è assolutamente dimostrato che il diritto di un proprietario a costruire possa fare aggio sulla legislazione di tutela paesaggistica vigente sul nostro prezioso e fragile territorio collinare. E ciò anche a prescindere dal fatto che in questo caso “essere proprietario”, anzi “coltivatore diretto”, deriva dall’avere acquistato, in modo totalmente strumentale alla costruzione in oggetto, una piccola striscia di terreno situata strategicamente in fregio alla strada, nella quale, come chiunque può vedere, le porzioni rimaste “coltivabili”, o comunque verdi, già oggi sono ridotte a pochi metri quadrati.
Su ciò ho prospettato i dubbi dei Verdi nella segnalazione che ho trasmesso al pretore Silvestrini e che ha portato ai ben noti avvisi di garanzia e al conseguente sequestro cautelativo. Per fortuna, esiste un buon senso giuridico, che, a prescindere dai cavilli forensi, ritiene l’interesse pubblico al di sopra dell’interesse privato; un buon senso di cui il pretore s’è coraggiosamente e apprezzabilmente fatto interprete. Ricordo infine che la vicenda giudiziaria è tutt’altro che conclusa, dato che è stata posta in carico alla Corte di Cassazione. Il sequestro è stato sì sospeso, ma la legittimità della costruzione resta assolutamente da dimostrare, e chi sta proseguendo i lavori lo fa a proprio rischio. O forse fa conto sulla solita sanatoria berlusconiana…

dr.ing. Mario Pavesi
portavoce provinciale dei Verdi


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