PRG E CITTA’ SOSTENIBILE
Nell’ultimo numero de La Civetta, Massimo Rodighiero ha sviluppato alcune interessanti valutazioni sulla qualità urbana e sulle prospettive delle modalità d’uso del territorio. Mi sembra che l’ordine delle argomentazioni proposte rappresenti un contributo importante per un dibattito sullo sviluppo urbanistico del nostro Comune, dibattito che appare oltremodo necessario soprattutto alla luce delle recenti scelte ed in vista delle future, che l’attuale maggioranza intende perseguire in questo ambito. Ultimamente a Mantova, l’arch. Richard Roger, noto e riconosciuto urbanista di fama mondiale, ha proposto con efficacia le sue idee sulla città sostenibile. Ha messo in luce il valore ed il significato della città storica, compatta e densamente abitata ed ha esortato a proteggerla e a valorizzarla come il luogo migliore per abitare, lavorare e svolgere in sicurezza una vita sociale ricca di relazioni. Per dare il senso di questo concetto ha usato due espressioni. La prima è che non bisogna consumare nessuna area “di color verde”, cioè agricola, finché non si siano utilizzate quelle “di color marrone”, cioè urbane marginali dimesse, degradate o interstiziali negli ambiti di completamento urbanistico. La seconda è che si dovrebbe immaginare la città come racchiusa da un grande muro, al di fuori del quale non si dovrebbe costruire, così da impedire la cosiddetta espansione a macchia d’olio. Sono state date anche alcune indicazioni per raggiungere questi obiettivi: si dovrebbe prediligere la città compatta, densa, che consente spostamenti a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici; mantenere nella città storica le attività commerciali, lavorative e culturali, realizzare vie, piazze e luoghi pubblici animati, riconoscibili e sicuri e avere cura ed attenzione per il buon “design” della città e degli edifici. In poche parole: contrastare efficacemente lo svuotamento del centro storico, realizzando (solo quando v’è assoluto bisogno) nuovi quartieri ad alta densità e non villette, impedendo la costruzione in periferia di centri commerciali, terziari e culturali competitivi con la città storica, proteggendo, valorizzando e rendendo più fruibile l’ambiente non costruito. Queste sono le considerazioni generali dell’arch. Roger e, in parte, con le dovute proporzioni, sono state anche le ispirazioni alla base del vigente PRG. Dalla data della sua progettazione ad oggi, infatti, l’attuale PRG ha permesso l’insediamento abitativo a Castiglione di più di 3.000 nuovi residenti senza “lacerare” il territorio con estensive urbanizzazioni e cementificazioni, come quelle lasciate in eredità dal passato (quartiere 1° Maggio, collina Belvedere e Fontane, quartiere Cinque Continenti, ecc.). Ciononostante, sono rimaste tuttora lettera morta tutte le previsioni programmatiche relative al recupero, alla ristrutturazione ed all’adeguamento del patrimonio immobiliare esistente nel nostro centro storico. L’attuale maggioranza si appresterebbe a mettere in cantiere una revisione generale del PRG, sarebbe interessante capire su quali indirizzi intenda orientarsi. Al riguardo risultano interessanti non solo le argomentazioni sopra richiamate, ma anche le considerazioni dell’istituto nazionale urbanisti (INU), che poi sono alla base della nuova legge urbanistica in discussione al Parlamento, che dovrebbe superare l’impianto legislativo fondato ancora sulla legge urbanistica del 1942. I nuovi strumenti urbanistici quindi, dovranno sancire la sepoltura dell’urbanistica espansiva con la previsione che nella formazione del piano urbanistico priorità vada data al recupero, alla ristrutturazione ed all’adeguamento del patrimonio immobiliare esistente. In questa generale volontà di riforma, la Regione Lombardi ha approvato in questi giorni la nuova legge urbanistica. Riserviamo ad un’analisi successiva il nuovo testo normativo adottato dalla Regione Lombardia in relazione a quanto emerso dal dibattito sulle politiche urbanistiche.
Maurizio Caristia
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