FOLLIE DI PRIMAVERA

di Diego Albano

Correva l’anno 1978. Nella tormentata primavera italiana concludeva il suo iter parlamentare la legge numero 180, meglio nota come “legge Basaglia”. Finiva l’era dei manicomi e cominciava un dibattito, ancora in corso, sull’opportunità di emendare il testo della 180 senza intaccare i principi che hanno ispirato una legge fondamentale, ma non priva di contraddizioni. Una su tutte resta ancora insoluta: riguarda l’applicazione della legge ai soli casi “civili” quando, per esigenze di codice penale, si mantiene l’esistenza degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, volgarmente detti manicomi criminali. Non è questa la sede per rinfocolare il dibattito e capire perché la 180 si sia “dimenticata” degli OPG. Eppure quanto accaduto a Castiglione – una soluzione inaccettabile e indegna di un paese civile, come l’ha definita Giuseppe Dell’Acqua, direttore del dipartimento di salute mentale di Trieste – è una vicenda poco chiara, per molti psichiatri lontana dallo spirito della “Basaglia”.
La legge vieta comunque l’internamento di minori all’interno di un’ospedale psichiatrico giudiziario. Ma i promotori della sperimentazione si sono difesi assicurando la totale separazione della comunità minorile da quella adulta. Nella stessa nota del ministero, redatta in risposta all’interrogazione dell’onorevole Valpiana, si parla però di una non ben definita “circolazione negli spazi comuni”.
La separazione delle due comunità, inoltre, è assicurata soltanto da una rete metallica.
Parlare di semplice “vicinanza inopportuna”, come ha fatto il sottosegretario del Ministero della Salute Antonio Guidi, ci sembra poco serio. Tanto è vero che lo stesso Guidi, dopo essersi scagliato contro chi “denuncia e demonizza senza conoscere, e utilizza la psichiatria in termini di partitocrazia”, si è affrettato a chiudere la sperimentazione, data appunto l’inopportuna vicinanza con l’OPG.
Non aggiunge chiarezza il fatto che il Ministero della Salute sia intervenuto soltanto ora, a seguito del polverone mediatico sollevato dall’interrogazione della Valpiana e dalla successiva inchiesta di Repubblica. Le proteste del Forum della salute mentale sono partite infatti l’autunno scorso, e hanno ricevuto ampia diffusione tra gli addetti ai lavori in dicembre, durante il secondo Forum nazionale per la salute mentale a Lucca.
Completa il quadro la posizione defilata dell’amministrazione comunale e del sindaco, massima autorità sanitaria sul territorio comunale. Ci chiediamo se il primo cittadino fosse a conoscenza della situazione, e se non fossero disponibili altri locali, realmente separati dall’ Opg, nei quali accogliere i degenti.
Chiusa la sperimentazione castiglionese resta infine da chiarire quali frutti abbia portato, e come si possa pensare “che la reclusione all’interno di ospedali psichiatrici giudiziari – per citare l’On. Valpiana – sia una valida soluzione al problema dei minori sottoposti a provvedimento penale e portatori di disturbi del comportamento”.