ZEMAN,
IL DOPING E LA COERENZA

di Fabio Alessandria

L’assoluzione dell’A.D. Giraudo e del medico sociale Agricola nella sentenza di secondo grado, che ha ribaltato quella di Casalbore chiude un processo lungo sette anni, con imputata la Juventus per abuso di farmaci. Assolti tutti, perché all’epoca (il quinquennio 1994-1998) il fatto non costituiva reato: in altre parole i farmaci usati erano tutti legali (adesso alcuni non lo sono più). Con impeccabile stile Juve, alla lettura della sentenza, i due hanno esultato come in una finale di Coppa Campioni e, subito dopo, sempre in impeccabile stile, hanno invitato il tecnico boemo Zdenek Zeman a leggersi per bene la sentenza che li scagionava. Strano autogol, per gente tanto scafata. Nella famigerata intervista all’Espresso del 1998, da dove il processo prese avvio, Zeman disse che il calcio doveva uscire dalle farmacie, allungando ombre legittime sulle esplosioni muscolari di certi giocatori (i nomi forti furono quelli di Del Piero e di Gianluca Vialli). Non aveva certo parlato di doping, ma di abuso di sostanze lecite. Nella sentenza di secondo grado è stato confermato che, nello spogliatoio bianconero, c’erano ben 281 farmaci diversi, tra cui: alcuni deputati a curare malattie nervose gravi, altri adatti ai cardiopatici e qualcuno in uso per i malati terminali… eppure quella squadra ha vinto tutto basando le sue fortune sulla furia agonistica e la corsa. Resta da rimarcare, inoltre, come gli imputati siano stati assolti non “per non aver commesso il fatto”, bensì perché quanto effettivamente operato (e provato) all’epoca non costituiva violazione a norme giuridiche. Tuttavia le leggi vengono cambiate ed aggiornate per mantenere un costante ed efficacie livello di controllo. Qualche anno fa la truffa telematica non era un reato codificato e perseguibile, tuttavia quelli che, grazie a questo vuoto normativo, sono riusciti a rubare soldi alla gente rimanendo impuniti, pur se innocenti da un punto di vista strettamente legale, sono e restano moralmente dei ladri. Rimangono senza una spiegazione, infatti, pur nella provata innocenza, la giusta assoluzione e nella convinzione che non fosse solo la Juve ad “aiutare” i propri tesserati, gli sbalzi di emoglobina pari a quelli di uno scalatore di certi giocatori sotto infortunio e, di altri, gli improvvisi cambi di peso degni di un body-builder. La denuncia di Zeman (che è l’unico ad averci rimesso del suo, essendo rimasto misteriosamente senza panchina, dopo aver fatto un campionato incredibile con il Lecce, disponendo degli stessi simpatici ragazzotti che, oggi, sono ultimi in classifica) in sostanza è un grido d’allarme soprattutto per la salute degli atleti. Basta informarsi un po’ e si scopre che gli aiuti cominciano presto. Queste sono le integrazioni (ammesse senza problemi da un medico intervistato) prescritte ai giocatori di una squadra della provincia di Milano per il campionato di Seconda Categoria (dilettanti che prendono 200-300 euro al mese di rimborso spese, più in basso c’è solo la Terza Categoria). Ogni mattina 10 grammi di creatina (30 in periodo di preparazione), ogni giorno sei pastiglie o tavolette, in due turni da tre, di vitamine e aminoacidi e due pastiglie di integratore (una forma soft e consentita di anfetamina), prima di ogni partita obbligatorie due Red Bull bevute facendo sciogliere in bocca un Aulin. In campo poi i colpi non si sentono, ma i piedi non migliorano… il sonno però se ne va per almeno due notti. Nessuno di questi atleti è tecnicamente dopato, eppure un senso di sporcizia rimane. Zeman voleva dire questo: quella cosa che non mette a repentaglio la salute di un uomo per inseguire a tutti i costi la vittoria si definisce, in italiano corrente, etica sportiva…

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