PROMEMORIA 2006

di Diego Albano

E’ iniziato l’anno nuovo, finalmente. Così ci è sembrato opportuno, a costo di fare i noiosi, scrivere una lista delle cose da fare. Niente di impegnativo, per carità. Solo un promemoria per il 2006, una dichiarazione di intenti già pronta per chi ci governa. I problemi in sospeso, infatti, non mancano. Tanto per cominciare, la Castiglione Rifiuti è sempre al suo posto. Speriamo di non assistere al quarto incendio durante la prossima estate, con tanto di ordinanze antifumo, mobilitazione del comitato di via Tasso e conseguenti rassicurazioni del sindaco. Questo sì, sarebbe noioso. Ci auguriamo dunque che il 2006 possa vedere la fine di quest’ annosa vicenda. Come speriamo di vedere, a poco a poco, chiudersi gli scantinati dei Cinque Continenti, dove intere famiglie pagano un affitto di 200 euro per dividere una stanza coi topi. Sarebbe ora di mettere all’angolo i proprietari, magari con visite periodiche dell’Asl, che tarda a farsi vedere in zona. Forse perché più che un quartiere pare una macchia, una zona rossa dove nessuno vuole mettere piede, nemmeno le autorità sanitarie. Per questo ci auguriamo che anche la sicurezza possa essere affrontata per quello che è: un problema sociale, economico e, solo in ultima istanza, una questione di ordine pubblico. L’urbanistica, ad esempio, può fare la sua parte. Magari evitando di costruire ghetti, o lasciando spazio alla libera iniziativa immobiliarista senza uno straccio di visione d’insieme. Spontaneo, a questo punto, citare una delle ultime trovate della giunta Paganella, la nuova casa albergo per anziani “Ex Lido”. Vedremo se nel 2006 i firmatari della petizione contro il colosso di cemento avranno la meglio. Se sì, sarà un piccolo passo in avanti per cambiare le carte in tavola, per mutare lo scenario di una politica urbanistica inesistente. Abbiamo scritto spesso, infatti, di cosa significhi “pensare la città”. Ci sono ancora molti interrogativi sul tappeto ma il nocciolo della questione è uno solo: ovvero le priorità della politica, l’importanza della progettazione e dei piani regolatori a scapito delle concessioni al privato di turno. Non a caso l’ultimo sospetto a cui il 2006 dovrà dare risposta è legato, ancora una volta, al timore di una speculazione edilizia. Se davvero l’intera area di via Barzizza è al sicuro, se è vero che la casa madre Wella lascerà intatti gli uffici e tutto quanto ruotava attorno allo stabilimento depennato dalla Procter and Gamble, lo sapremo quest’anno. Intanto meglio tenere gli occhi aperti, vigilare e sospettare, senza dimenticare il lavoro, le politiche sociali e i bilanci sempre più difficili da far quadrare.
Buon 2006.