118 OPG NICCHIO OSPEDALE
TROPPE ORIGINALITÀ

di Claudio Morselli

Venerdì 30 novembre una delegazione regionale di Rifondazione Comunista ha visitato le strutture dell’Ospedale San Pellegrino e dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, nell’ambito di un’indagine che il Prc Regionale sta realizzando, in tutte le province lombarde, sullo stato delle strutture ospedaliere a dieci anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale n. 31. La delegazione era guidata da Nicoletta Pirotta, responsabile regionale del Prc per le politiche sociali e sanitarie, ed era composta, tra gli altri, dal segretario provinciale di Rifondazione Comunista Claudio Balestrieri, dall’assessore provinciale Fausto Banzi e dall’ex consigliere comunale di Castiglione Doriano Caiola. Nel corso della giornata ci sono stati due incontri, uno con la direzione del San Pellegrino, l’altro con la direzione sanitaria dell’Opg. A quest’ultimo ha partecipato anche Mentore Carra, coordinatore provinciale del Tribunale dei Diritti del Malato - CittadinanzAttiva.

Al termine della visita Nicoletta Pirotta ci fa, brevemente, il punto della situazione. “Il modello ospedaliero lombardo è unico in Italia e si fonda su due originalità: la separazione tra Asl e ospedali e l’accreditamento delle strutture private, che sono parificate a quelle pubbliche e, quindi, pagate come quelle pubbliche. Ciò ha prodotto un notevole incremento delle spese ospedaliere ma non della qualità dei servizi. È una privatizzazione selvaggia che pone una serie di gravi problemi, dal fatto che manca completamente un’analisi dei bisogni all’assurdità di una sanità che viene gestita con la logica commerciale della conquista della “clientela” e della ‘creazione’ della malattia”. Entrando nel merito della nostra realtà ospedaliera ci vengono segnalate subito altre due originalità: la prima riguarda l’assenza - inspiegabile, perché la sua necessità è indiscutibile - del reparto di ginecologia, che crea notevoli disagi e impedisce, inoltre, l’applicazione a Castiglione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. La seconda consiste nel fatto che, di tutta la struttura ospedaliera, al Carlo Poma è rimasta soltanto la gestione del 118 e del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura. Un po’ poco, ma sulla base di quali criteri di valutazione gestionale non si sa. C’è poi una terza originalità, questa volta positiva e relativa all’Opg che, come sappiamo, è l’unica struttura giudiziaria in Italia gestita da personale medico. Sull’Opg c’è, poi, tutta la discussione in atto sulla regionalizzazione del servizio, ma che per il momento, per problemi di spazio, mettiamo da parte.

In effetti, a pensarci bene, al nostro ospedale le “originalità” abbondano. Oltre a quelle già ricordate, abbiamo un 118 con un servizio notturno incompleto e con le ambulanze ancora parcheggiate all’aperto, alla Ghisiola, giorno e notte (però c’è un bel cartello che garantisce il parcheggio riservato ai mezzi 118!) e ci chiediamo come si possa tollerare una simile situazione, con le temperature invernali che si registrano all’interno delle ambulanze. Ma c’è un’altra originalità, ben più grave e preoccupante, che riguarda il funzionamento della fondazione che gestisce da quattro anni l’ospedale e che non ha ancora nominato due degli organismi previsti dallo statuto: il Comitato tecnico-scientifico e, guarda caso, proprio quello che ha il compito di “vigilare sulla conformità allo statuto ed al pubblico interesse”, il Comitato di Garanzia. Da quattro anni, è bene saperlo, non c’è alcuna vigilanza sull’attività della Fondazione San Pellegrino. Infine c’è l’originalità più singolare, annunciata da Guerrino Nicchio, attuale direttore generale dell’ospedale, proprio in occasione dell’incontro con la delegazione del Prc: l’investitura, quale futuro direttore generale, del figlio Michele. Della serie: “Vedi figliolo? Tutto questo un giorno sarà tuo”. Ma è roba sua?


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