OSPEDALE NICCHIO RILANCIA

di Dario Ferrarini

MA IL PERSONALE E’ RIDOTTO AL MINIMO
All’ospedale S. Pellegrino di Castiglione, nel bimestre gennaio-febbraio ’05, è stato registrato un incremento del 23 percento del valore economico delle prestazioni erogate. Lo stesso amministratore delegato, Guerrino Nicchio, ha parlato di un ospedale rilanciato, con importanti investimenti nel campo delle tecnologie e dei trattamenti, un rafforzamento dei poliambulatori e un potenziamento del pronto soccorso. La fondazione S. Pellegrino è stata creata nel 2003, con l’obiettivo di ristrutturare l’ospedale in collaborazione coi privati. Una scelta non condivisa sia da molti esponenti del mondo politico sia da molti cittadini, che si sono visti privatizzare un servizio “pubblico”. All’interno della fondazione l’Azienda Ospedaliera ”Carlo Poma” e il comune di Castiglione costituiscono la parte pubblica, mentre quella privata è rappresentata da alcune aziende locali, oltre che dall’Istituto di Credito “Mantovabanca”. I dati, inerenti alla nuova gestione dell’ospedale, sono stati esposti dall’amministratore delegato nel corso di un incontro pubblico sulla sanità castiglionese, che si è tenuto il 10 maggio scorso: ad essi però fa da contrappeso una situazione ancora piuttosto pesante per quanto riguarda l’organizzazione ed il personale. “Gli sforzi che la nuova gestione fa nel campo dei primariati e delle tecnologie – spiega Florindo Oliverio, segretario generale della funzione pubblica CGIL di Mantova- non corrispondono ad un analogo impegno sul versante del personale, che troppo spesso è ridotto al minimo. Da sei mesi stiamo chiedendo al nuovo gestore di incontrarci per un accordo utile a definire l’organizzazione del lavoro, per far sì che venga garantita un’adeguata presenza di operatori in ogni turno. A differenza di Suzzara, dove ha già avuto luogo un incontro con un impegno per un contratto aziendale, a Castiglione continuiamo ad aspettare”. la situazione, insomma, non è delle migliori, almeno per quanto riguarda i lavoratori. La conferma di questo ci viene anche da Carmelo Papotto, Rappresentante Sindacale Unitario dell’azienda “Carlo Poma” e operatore sanitario in servizio a Castiglione: “è ancora prematuro dire se la situazione sia migliorata o peggiorata rispetto alla gestione pubblica, ci sono ancora molti problemi, tra cui la carenza cronica degli organici, ancora non si è visto un piano di investimenti e di potenziamento della struttura, e sembra che questo sia legato ai finanziamenti che devono arrivare dalla Regione. Di fatto stiamo ancora vivendo col lascito del Poma, dato che sul fronte lavorativo non è avvenuto niente di nuovo. È chiaro che non si possono creare nuovi servizi senza prevedere un piano di assunzione. In questo merito è necessario cominciare a parlare di massime assistenziali, anziché favorire una politica improntata al risparmio con i cosiddetti minimi assistenziali (o contingenti minimi)”. In molti si chiedono oltretutto se la gestione in collaborazione coi privati fosse davvero necessaria per rilanciare l’ospedale. “Non c’è stata la volontà politica di salvare l’ospedale - continua Papotto – altrimenti non ci si spiega come mai il San Pellegrino sia stato completamente messo da parte, definendolo una zona senza “interesse strategico” prima della gestione privata, mentre nel giro di pochi mesi, a partire dal gennaio 2005, la zona si sia rivalutata. Quello che ha fatto la nuova gestione, cioè incrementare i ricoveri, i DRG e le prestazioni, lo avrebbe potuto fare anche il Poma, se solo il presidio non fosse stato abbandonato, seguendo così un imput partito dalla Regione Lombardia”.


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