SPECIALE FESTE ALOISIANE 2005


IN OCCASIONE DELLE FESTE ALOISIANE,
ABBIAMO CHIESTO A QUATTRO FIRME
CASTIGLIONESI DI DIALOGARE CON LA
CIVETTA SUL FUTURO DELLA
CITTA’ DI LUIGI GONZAGA

LUIGI IL SANTO DEI GIOVANI
di Manlio Paganella

E’ per me segno sicuramente positivo e di personale soddisfazione l’invito de La Civetta, apprezzato giornale laico con qualche compiaciuto cedimento laicista, a scrivere alcune considerazioni su Luigi Gonzaga il Santo castiglionese patrono della gioventù mondiale. L’argomento e l’occasione commemorativa vanno, a mio giudizio, nella giusta direzione editoriale di accoglienza del pluralismo e di benemerito ulteriore radicamento sul territorio, identità necessaria quanto bisognosa di non essere mortificata in localismi soffocanti e da faziosità aggressive o servili. La storia antica e le vocazioni più ammirevoli di Castiglione delle Stiviere meritano un vigoroso recupero di passione e di orgoglio che facciano in qualche modo giustizia del profilo basso e, in qualche misura, soffocante degli ultimi lustri. La felicità di una comunità va infatti commisurata anzitutto con la “fedeltà alla terra” ed il generale orgoglio di appartenenza, non con i parametri e la logica dei consumi fini a se stessi o, esercizio colpevolmente sempre più frequente, di una crescita quantitativa e del tutto estranea ad ogni rispetto della tradizione come a qualsiasi progetto di autentica civiltà. Giovanni Paolo II, Papa e protagonista di riconosciuta primaria grandezza della storia contemporanea, il 22 giugno 1991 venne in pellegrinaggio solenne a Castiglione per venerare la reliquia del Santo e ridare vigore ad un culto fra i più popolari nella Chiesa cattolica. Venne a Castiglione delle Stiviere non casualmente, né in ordinaria visita apostolica. Venne a Castiglione per lanciare al mondo intero una provocazione ed una speranza, venne a proclamare nuovamente con voce potente Luigi Gonzaga ‘patrono della gioventù mondiale’ ed a proporne la vita e le opere quale riferimento altissimo e praticabile per i giovani del terzo millennio. A tutti, credenti e non credenti, purché disposti ad accettare la sfida: il messaggio fu chiaro, la provocazione altrettanto, le risposte a tutt’oggi inadeguate. I centenari aloisiani hanno “tirato giù” dall’alto dei cieli il destinato alla santità, il paggio perfetto custode di virtù scomode quali la castità e la metafisicità, per restituirci il giovane forte ed esemplare a cui guardare con ammirata concretezza. Per certi aspetti: quasi uno di noi. Angelus sì, ma finalmente angelus in carne! I numerosi studi, e anche di pregio, usciti nelle occasioni solenni dei quarti Centenari della nascita, ad opera prevalentemente di religiosi, e della morte, di laici soprattutto, hanno contribuito a “ripulire” Luigi Gonzaga degli ori e degli incensi della spiritualità post-tridentina che lo avevano reso altissimo e perfetto sino a rendercelo distaccato, estraneo, quasi antipatico. Gli studi recenti ce lo hanno restituito in umanità, lo hanno fatto sentire più vicino alle nostre debolezze ordinarie: un esempio significativo di come l’onesta operazione di “verità storica” giovi al magistero stesso delle “eroiche” virtù della santità. “[…] Fa’ che anche l’odierna generazione/ abbia il coraggio di andare contro corrente,/ quando si tratta di spendere la vita,/ per costruire il regno di Cristo./ sappia anch’essa condividere/ la tua stessa passione per l’uomo,/ riconoscendo in lui, chiunque egli sia,/ la divina presenza di Cristo […]”: così nella preghiera Giovanni Paolo II davanti alla sacra reliquia nella Basilica aloisiana di Castiglione (M. Paganella, San Luigi Gonzaga – Un ritratto in piedi, ARES, Milano 2003, p. 240). Con queste parole l’indimenticato pontefice ricorda al giovane d’oggi, a ognuno di noi: il coraggio di andare contro corrente e di spendere la propria stessa vita, la passione per l’uomo. Un inno alla vita, dunque, ed insieme a viverla fino in fondo con il coraggio anche civile e la passione autentica per l’uomo che anima il cristiano peccatore che non distoglie lo sguardo dal Dio Padre compassionevole e premuroso e che vede il volto del Dio Figlio nell’uomo che soffre, nel compagno di strada che inciampa e che cade, per rialzarlo e confortarlo, condividerne il dolore dell’umana condizione, come infine costruisce, con laicissima partecipazione, il filosofo A. Schopenhauer. Luigi non si limita infatti alla facile quanto sterile critica degli altri, né segue la via della facile fuga, ma piuttosto quella dell’impegno concreto nella concretezza del vivere, tenacemente sperimentato e sofferto sulla propria persona sino alla vittoria finale. Con la determinata pazienza dell’uomo di pace che infine piega il mondo ad accettare ed ammirare la propria autonoma scelta di vita per Dio attraverso il mondo. E qui ci viene in incontro l’icona del soccorso all’appestato che chiude una vita di lotta per gli altri, ultimi ed indifesi, ed apre al passaggio splendido ed estremo alla Vita: “In manus tuas, Domine”. Mi piace ricordare che l’Angelo di Castiglione passa per una vita intensa di carità che trova nell’impegno politico e diplomatico una dimensione tutta speciale e di compiuta realizzazione umana. Mi piace ricordarlo al giovane uomo smarrito del nostro tempo che deve ritrovare, per se stesso e per gli altri tutti, il proprio naturale senso di appartenenza al consorzio degli uomini, il proprio naturale essere per gli altri e per se stesso attraverso gli altri. Penso alla politica come dimensione del vivere comunitario e strumento, non il solo, né l’ultimo, di compiutezza del vivere ordinario; come il magistero aloisiano insegna a chiunque voglia imparare. “In questo cammino cristiano, Luigi ha tracciato una sua pista personale con caratteri universali: è passato dall’egoismo alla protesta, dalla protesta alla coerenza, dalla coerenza alla socialità, dalla socialità alla castità, nella fraternità universale e nella donazione generosa […]”
(G. Giachi, Lettere e scritti, Città Nuova, Roma 1990, p. 75).

Ringraziamo il Prof. Manlio Paganella per la disponibilità e l’affetto che dimostra verso il nostro mensile e ricordiamo alcune sue recenti opere:
- San Luigi Gonzaga – Un ritratto in piedi, Ares, Milano 2003.
- Don Giovanni Battista Casnighi. Un prete del Risorgimento mantovano, Sometti, Mantova 2001.
- Alle origini dell’unità d’Italia, Edizioni Ares, Milano 1999.
Il Prof. Manlio Paganella collabora con la rivista Studi Cattolici e con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea.


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