CASTIGLIONE LAVORI IN CORSO

di Luca Morselli

Per farsi un’idea di come si siano sviluppate in modo malsano ed incontrollato l’edilizia e l’urbanistica a Castiglione in questi ultimi anni bastano un paio d’ore, una camminata e una macchina fotografica: gli squarci di paese impressi sulla pellicola da riguardare con calma e riflessione danno un’immagine molto più precisa ed efficace di interviste ad assessori, appelli e contrappelli di maggioranza e opposizione e mille verbali di consigli comunali. Escludendo il centro, la parte “storica” dove ovviamente posto per costruire non se ne trova, e dove si provvede al massimo a imperiose riqualificazioni, è possibile circumnavigare il paese, seguendo l’itinerario virtuale che collega le zone più esterne.

Grazie ad una macchina fotografica è possibile così ammirare in ogni punto uno squallido skyline che abbraccia le case circostanti, con la costante, nevrotica e ubiqua presenza di gru, di reti rosse da cantiere che delimitano scavi, betoniere, operai, fondamenta, case quasi finite e case non ancora iniziate; una sterminata distesa di lavori in corso che ha reso Castiglione un unico cantiere a cielo aperto.

Ogni istantanea fatta ad un delimitato insieme di nuove abitazioni rivela sullo sfondo un’altra gru in azione in un altro cantiere; se ci si sposta verso quest’ultimo per fare un’altra foto, questa avrà sullo sfondo ancora gru o reti rosse o betoniere o scavi di un altro cantiere, e così via, fino a tornare al punto di partenza. Un territorio squartato senza limiti e senza controllo, privo di un’idea d’insieme della città, un progetto urbanistico ed edilizio che ne faccia da contorno e vi ponga ordine.

Il mercato incessante del mattone, prolificatosi enormemente negli ultimi anni, conosce senza dubbio a Castiglione una delle sue vette più alte; agenzie immobiliari sono spuntate ovunque, e ovunque sono spuntate come funghi case nuove, senza trovare nessun impedimento, freno o limite da parte di chi dovrebbe garantire uno sfruttamento sostenibile e giustificato del territorio della comunità che lo ha eletto.

Questo è un problema squisitamente ed unicamente politico: lasciare del tutto carta bianca alle agenzie immobiliari, grazie ad una commissione edilizia il cui unico scopo è approvare i progetti e far aprire i cantieri, col risultato di un tappezzamento soffocante di mattone, ci delinea l’assenza radicale di un progetto, di un’idea, di un pensare la città. Le sfarzose e costose opere pubbliche lasciano il tempo che trovano: ricercano una visibilità e un vanto necessari alla giunta in tempi di fine mandato, seguendo l’onda di una politica votata allo sfarzo, al lavoro pubblico spettacolare e appariscente, sorretto da un vuoto di sostanza politica ed ignoranza urbanistica.


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