ELEZIONI 2007
LA CAPORETTO DEL PROGETTO CIVICO

di Luca Morselli

Le elezioni amministrative di Castiglione dello scorso 28 maggio hanno segnato un assoluto trionfo della Cdl e del suo candidato, il Sindaco uscente Fabrizio Paganella: più in dettaglio, il motore, il cuore pulsante della coalizione appena riaffermatissima è stata Forza Italia, che si è aggiudicata, da sola, 3.803 voti, pari a qualcosa come il 38,77% delle preferenze, più dell’intera coalizione che appoggiava invece Innocente Sereni, fra gli altri, il candidato con più possibilità di puntare al passaggio di poltrone, che si è fermata al 30,91 % . La Cdl, quindi Paganella e quindi Forza Italia ha vinto con i soldi, con l’enorme visibilità cercata e ottenuta, negli anni dell’operato della giunta, con le mille varianti, le rotonde, i nuovi, numerosissimi, lotti residenziali e dal “finale col botto” ricco e costosissimo che ha visto Castiglione dotarsi del rifacimento di viale Boschetti, della riqualificazione del centro storico, per ora rimasto sulla carta e della mitica piscina coperta, vero cavallo di battaglia della giunta uscente. In campagna elettorale poi, un fiume di denaro per manifesti, volantini, gadget, incontri e per l’ultima, agghiacciante, cena “di tutti gli amici” svoltasi la previgilia delle elezioni su viale Boschetti, con qualcosa come più di 900 commensali, tutto omaggio dei capoccia del partito, prontissimi a vincere nuovamente le elezioni con l’irresistibile carro trainante dei soldi. Tutto questo, comunque, non basta a spiegare una vittoria così schiacciante, più di quella del 2002, che ha rieletto Paganella con il 61,17 % dei voti. Come le verità, così abbiamo i governanti che ci meritiamo. I castiglionesi desiderano Forza Italia. Emerge un dato incredibile dai risultati elettorali: il seggio 15, quello che comprende via Tasso e attigue, le strade di fronte all’Ecoenergy per intenderci, dopo anni di proteste, lettere, striscioni quali “anche noi abbiamo dei diritti”, consegna a Forza Italia, il cui coordinatore è anche il proprietario di Ecoenergy, il Signore dei Rifiuti Franco Nodari, il 44,03% dei voti. Accanto a questo, uno sciagurato progetto politico pensato “a tavolino” (perché mai coinvolgere infatti le persone, sarebbe una cosa troppo “di sinistra”) ha portato ad una disfatta totale, una Caporetto, una debàcle dai contorni quasi grotteschi. La tesi sostenuta da molti protagonisti del “Progetto Civico” è che il malcontento verso il governo Prodi o il “potere della televisione” siano state le cause della sconfitta. La verità è che l’Unione (che simpatico ossimoro) castiglionese soffre della malattia nazionale di “avvicinamento”, di “dialogo” verso il modello e i personaggi targati Berlusconi, dicendo che “anche loro” sono un po’ moderati e chiesaioli. Ma, allora, dove sta la differenza? L’alternativa, il progetto, la visione della città e del mondo che dovrebbe spingere un non-moderato e non-chiesaiolo a votare per loro e, invece, un moderato-chiesaiolo a non votare per il suo storico terreno d’appartenenza? Non si vince la destra sul proprio terreno, non la si può inseguire e imitare, perché se ne esce massacrati. Opporre pochi soldi a tanti rivendica lo stesso paradigma etico di una politica malsana dello sfarzo e dei favori. Chi elogiava anni di gavetta nel partito contro chi fa “la politica con i libri” dovrebbe andarsene di corsa e chiedendo scusa. Gli strateghi ci hanno regalato altri cinque anni di Cdl, che, dal canto suo, non ha dovuto fare altro che vincere le elezioni.
Bene che vada, siamo rovinati.


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