ULTIMA SPIAGGIA

di Diego Albano

Il conto alla rovescia è già iniziato. Il prossimo mese, se la dirigenza di Wella Italia terrà fede alle promesse di agosto, inizierà lo smantellamento del sito produttivo di Castiglione. Nel frattempo, l’offensiva sindacale è sostanzialmente fallita, anche se si profilano nuove iniziative contro la decisione aziendale di aprire le procedure di mobilità per i dipendenti. Sull’esito di questi mesi di lotta è stato molto chiaro Francesco Iurato, segretario generale della Uilcem mantovana, quando ha espresso ad un giornale locale tutta l’amarezza per come si sta concludendo la storia di Wella Italia sul suolo castiglionese: “questa azienda sta uscendo dal territorio senza pagare nessun pedaggio, non dimentichiamo che la cassa integrazione è stato un onere a carico dello stato. Un epilogo bruttissimo, abbiamo perso tutti, lavoratori ed istituzioni, è una grossa sconfitta.
Se non ci saranno alternative, che l’azienda saldi almeno in parte il suo debito con il territorio stanziando 10.000 Euro per ogni lavoratore in esubero, perché tutti e non solo una parte possano entrare nella cooperativa”. Iurato si riferisce all’alternativa, recentemente emersa, rappresentata da una società guidata da ex dipendenti Wella chiamata Cosmecoop.
I promotori sono Fulvio Bonali, già direttore della produzione dello stabilimento cittadino, il magazziniere (nonché assessore alle attività produttive del comune di Castiglione) Guido Zaglio, L’ex caporeparto Giovanni Coffani e Mosé Ragnoli. L’idea è semplice: costituire una cooperativa che rilevi la produzione di cosmetici wella e possa così tenere in vita uno stabilimento che, fin’ora, ha chiuso il proprio bilancio costantemente in attivo.
“Abbiamo ritenuto opportuno -spiega Fulvio Bonali- dare un segnale all’azienda. La cooperativa nasce dalla collaborazione di persone che hanno sempre lavorato nel sito produttivo. La sua nascita si basa su determinate condizioni che richiedono l’impegno di Wella”. In sostanza, i promotori della neonata Cosmecoop chiedono all’azienda di rendere disponibile “una quantità di lavoro per far partire la società”, cioè Wella dovrebbe commissionare un certo numero di ordini alla cooperativa in modo da assicurarne una quota di profitti per il periodo iniziale. La risposta di Wella a questa prima richiesta non ha però soddisfatto i promotori di Cosmecoop. L’azienda ha infatti proposto di fornire in tutto 1.400.000 pezzi, “una quantità irrisoria” secondo Bonali, “che può essere realizzata da tre operai in cinquanta giorni di lavoro”. Ulteriori proposte avanzate dalla cooperativa riguardano la possibilità di cedere in affitto lo stabilimento, oppure di cedere i macchinari che non sono ritenuti interessanti dal sito produttivo francese.
Infine, una terza ipotesi prevede l’affitto dello stabilimento e delle macchine tout court: ad ogni modo sarà fondamentale, durante le trattative, stabilire quali macchinari potranno essere lasciati a Castiglione e quali dovranno invece varcare le alpi. Resta da definire l’utilizzo di alcuni servizi che fanno da “contorno” alle macchine (come caldaie ecc.); anche per questi beni l’ipotesi resta l’affitto, con un probabile acquisto successivo. Durante un’incontro fra le parti, tenutosi il 24 gennaio è comunque emersa la possibilità di acquistare direttamente i macchinari, usufruendo di una sorta di sconto sul valore reale: la percentuale di questa diminuzione sarà quindi oggetto di trattativa nelle prossime settimane. Tuttavia, il percorso è ancora lungo, perché Cosmecoop dovrà esprimere “una valutazione corretta della proposta aziendale”, decidere su quali finanziamenti appoggiarsi (una cooperativa può infatti usufruire di alcune agevolazioni, sia tramite fondi nazionali che regionali) e definire un bilancio economico e finanziario. La posta in gioco è alta.


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