IL GONZAGA CHE TRABOCCA

di Luca Morselli

Da molto tempo ormai l’istituto Francesco Gonzaga di Castiglione soffre di un gravissimo e ancora del tutto irrisolto problema, legato al numero eccessivamente spropositato dei suoi studenti. Il liceo scientifico, classico ed I.T.C. Francesco Gonzaga trabocca di persone, non ci sono laboratori, aule libere o magne che siano, non c’è un corridoio, un atrio, sottoscala o sgabuzzino per le scope disponibile, in quanto ogni singolo, minuscolo spazio è stato occupato. Quest’estate un’ispezione ha annunciato che avrebbe dato lo stop all’abitabilità se altre aule in remoti e angusti spazi fossero state edificate, e si è allora pensato di tagliare una fetta di alunni e spedirla all’ex-Vasari. Cosa sta accadendo al Gonzaga?
Per riuscire a fare un po’ di luce è necessario ripercorrere le varie tappe che hanno portato a questo. Siamo nel 1984, con il liceo scientifico Marie Curie e il liceo classico Bellini-Pastorio con sedi distinte e separate, quando esce la legge Falcucci sul “turno unico” per le scuole superiori; al seguito di questa un gruppo di docenti, fra cui Manlio Paganella e l’allora preside Wilma Caprioli, propone alla giunta provinciale un piano di costruzione che porti l’unificazione dei due licei in un nuovo ed unico istituto. La giunta comunale e quella provinciale approvano, viene scelta l’area in via F.lli Lodrini, vengono richiesti ed ottenuti i finanziamenti necessari, che ammontano a quasi 2 miliardi di lire. I lavori partono nell’anno 86/87 e si concludono dopo un quinquennio.
Durante le vacanze natalizie dell’anno 91/92 avviene il trasferimento dei due licei e la loro unificazione in un unico istituto. E’ nato il liceo F. Gonzaga. Seguono repentini ed immediati i problemi e emergono gli errori di pianificazione architettonica e di previsione. Lo stabile è stato costruito infatti con fondamenta “deboli”, che possono reggere al massimo il peso di un solo piano. Si preclude già ogni possibilità di ampliamento verticale della scuola, che ancora nel 2000 se possibile avrebbe se non risolto almeno ridotto drasticamente gli esuberi di studenti.
La situazione aumenta la sua velocità di peggioramento nel 1995, quando all’interno dell’istituto viene fondata la ragioneria. Ora il Gonzaga è anche I.T.C. Le iscrizioni arrivano massicce ogni anno, il numero degli studenti aumenta a dismisura e i primi drastici adattamenti non tardano ad arrivare. Nel ’97 un corridoio sparisce per far posto a nuove aule. Nel ’98 ne scompare un altro e l’aula magna cessa di esistere, trasformandosi nel “piano della ragioneria”. Nel ’99 partono, ferocissime, le proteste degli studenti, ed arrivano, debolissime, le risposte di assessori, presidi ed insegnanti. Gli spazi non bastano più, è necessario costruire un nuovo “pezzo” di scuola, e soprattutto interrompere l’adattamento di locali, laboratori e spazi vari in aule.
Parte la costruzione di un auditorium nel campo situato dietro il liceo, che tuttora è da completare. Il progetto in realtà prevedeva la costruzione di una palazzina, contenete almeno 10 aule e laboratori, affiancata dal famigerato auditorium.
In seguito però ad uno stanziamento di fondi limitato che obbligava a scegliere quali dei 2 costruire e alla volontà dei dirigenti scolastici e della giunta comunale di perseguire l’edificazione dell’auditorium, nulla è cambiato e nulla si è risolto, tranne ovviamente le ondate di iscrizioni che arrivano costanti e puntuali ogni anno.
Nel 2004 il liceo conta 38 aule (al momento della costruzione ne conteneva 20) e non conta più un aula magna o uno spazio libero. Una parte degli studenti è stata trasferita, per la gioia dei proprietari del Vasari che ricevono un affitto di 40mila euro annui. Questa, è stato ripetuto, è solo una sistemazione pro tempora, ma di fronte all’assenza di una soluzione efficace per il futuro, diventa anche l’unica perseguibile.
Per salvare il Gonzaga si può e si deve solamente costruire una palazzina da almeno 15 aule.
Per farlo servono i fondi e serve la richiesta di finanziamenti alla provincia che la farebbe rientrare nel piano triennale 2004-2006, con conseguente inizio dei lavori che slitterebbe a non prima del 2007. Qualcuno vede altre soluzioni?


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