L’OPINIONE DI MR HUNTSMAN

di Diego Albano

INTERVISTA A GIULIANO CREMONESI,
GENERAL MANAGER DI HUNTSMAN ITALIA

Signor Cremonesi, ci parli della riconversione industriale dello stabilimento castiglionese.
Abbiamo firmato un protocollo col comune di Castiglione, nel quale avevamo cinque punti fondamentali, di cui tre già completati (cioè la cessazione dell’impiego di ossido di etilene, la ricollocazione di alcune lavorazioni svolte nell’area al confine est dello stabilimento verso zone più interne del sito e la modifica dell’ingresso prospiciente via Cavour con creazione di parcheggio interno. N.d.r); il quarto, cioè il nuovo impianto, è stato autorizzato ed entrerà in funzione entro fine anno. Per quanto riguarda il quinto punto, che riguarda la ricerca e lo sviluppo, è stato ormai approvato e stiamo già iniziando a selezionare il personale. E’ stato un ottimo lavoro, perché onestamente devo dire che tutte le parti che han giocato in questa situazione han giocato sul serio; il comune ci ha dato una mano, come ha fatto il sindacato per quanto riguarda le sue competenze. In pratica tutte le varie componenti si sono mosse assieme, e questo credo sia molto positivo per il sito di Castiglione.

E a livello occupazionale…?
Come livello occupazionale abbiamo aperto la procedura di mobilità che rientrava nello schema di riduzioni a livello europeo, però è stata fatta gestendola assieme al sindacato, e verso figure che hanno accettato una buonuscita volontaria: sono persone che non hanno creato un impatto sociale perché sono tutte vicine alla pensione.

Volevo mostrarle delle diapositive, riguardano quei “famosi” interramenti abusivi effettuati dall’allora Marchon all’inizio degli anni novanta. Queste foto risalgono a quel periodo (Cremonesi esamina le diapositive)…
Tutta questa zona, per quel che mi risulta, perché allora non ero in questa posizione… se è quella che intendo io si riferisce alla zona nord dello stabilimento. Lì è stata eseguita un’opera di recupero, gestita assieme all’allora Usl. La zona è stata interamente bonificata. Per noi della Huntsman la sicurezza è una priorità, anche più della produttività.

Cosa pensa riguardo alla situazione economica di Castiglione?
Tutto sommato non sono pessimista. Certo, ci sono realtà come Wella, ma per quanto riguarda le altre aziende non mi arrivano segnali particolari. Sul discorso artigianale la mia interpretazione è un po’ particolare: è vero che l’artigiano soffre per la concorrenza cinese. Ma l’artigiano, e non intendo offendere gli artigiani, dovrebbe ragionare in un ottica diversa. Gli artigiani dovrebbero essere più uniti, cercare di affrontare determinati problemi come la formazione del personale o gli investimenti. Non dimentichiamoci che ora tutti parlano della Cina, ma presto forse avremo la concorrenza della Turchia. Forse siamo stati un po’ fermi.

C’è anche l’abitudine Italiana di puntare sul basso costo del lavoro e non sulla qualità…
Il costo del lavoro in Italia è alto, ed è molto ampia la forbice tra lo stipendio e quanto realmente il lavoratore costa all’azienda. E’ vero che servirebbero stipendi più alti, ma ci si può arrivare in molti modi, cominciando a parlare di un salario flessibile, legato alla redditività dell’azienda. Se l’azienda guadagna, è giusto che una parte del guadagna venga divisa fra chi collabora. Questo non so se accada a livello artigianale. Sono comunque convinto che la qualità paghi sempre. E’ inoltre fondamentale puntare sulla formazione del personale. Un altro grande scoglio, e credo sia necessario avere il coraggio per affrontarlo, è il problema della successione nelle realtà artigianali, e soprattutto dell’innovazione. Bisogna cominciare ad innovare.

E la flessibilità? Come diceva Giulio Freddi (Civetta di giugno) Castiglione pullula di Agenzie interinali. Il lavoro magari c’è ma è un lavoro che dura una settimana o due… quanto può essere positiva la flessibilità in un momento di crisi?
Ovviamente sposo il discorso della flessibilità a 360 gradi. Nel senso che la persona deve essere in grado, nella propria mansione, di muoversi a 360 gradi, avendo la possibilità di crescere a livello professionale. Riguardo all’altro tipo di flessibilità …siamo sempre stati abituati al lavoro cosiddetto fisso. Forse non sono più i tempi giusti. Al di là del fatto che sia giusto o meno, è il mercato che non ci permette di farne a meno. E’ giusto dare un riconoscimento a questo tipo di lavoro; se il lavoratore va in una banca a chiudere un mutuo glielo devono dare. Credo abbiano fatto una legge molto liberale dal punto di vista della flessibilità, ma non ci hanno costruito attorno il necessario. Negli altri paesi il lavoro interinale ha una sua identità …il fatto è che in Italia si è messo mano alla legislazione del lavoro solo negli ultimi anni. Ci scontriamo ancora con delle regole burocratiche e storiche che non sono più adatte al nostro mondo.

Ma non c’è il pericolo di sentirsi un po’ operai “usa e getta”?
Sì, certo. Bisogna abbattere questa barriera, tutti assieme: dalle agenzie interinali alle industrie. E’ necessario trattare l’operaio interinale esattamente come gli altri lavoratori. Sento spesso che uno dei problemi dei lavoratori a termine è ottenere un prestito …sono queste cose che dobbiamo superare. Allora riusciremo a dare un volto a questo tipo di lavoro.

Cosa pensa di Castiglione e della politica urbanistica dell’attuale giunta?
Castiglione è bello, lo amo moltissimo anche se non sono castiglionese di nascita. Credo vada mantenuto e migliorato tutto quello che c’è, soprattutto a livello di patrimonio storico. E’ inutile che sprechiamo energie a far la lotta a paesi vicini, come Desenzano. Castiglione ha una sua identità, e sarebbe meglio unire le forze e coesistere. Castiglione inoltre è un paese industriale, ha bisogno di servizi a tutti i livelli e viabilità funzionanti. Sono d’accordo con Freddi riguardo alle rotonde, cominciamo ad averne un po’ troppe.

Come immagina la Castiglione del futuro?
Il futuro di Castiglione è nell’industria, non lo vedo certamente da un punto di vista turistico. A livello industriale, non vorrei essere pretenzioso, potrebbe diventare il punto di riferimento della provincia di Mantova.

Per finire, quanto pesa l’ente locale nello sviluppo del territorio?
Ricollegandoci al discorso sulla competitività, noi abbiamo una burocrazia sfrenata che ci opprime. Non voglio dire che non bisogna aver le licenze, ma bisogna cercare di accorciare i tempi. Le istituzioni, a tutti i livelli, devono muoversi in questa direzione. Il ruolo dell’ente pubblico è certamente essenziale, ma dovrebbero cercare di rendere più veloce la burocrazia.


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