VIETATO AI MINORI

di Dario Ferrarini

È stato chiuso, all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione, il reparto sperimentale per minorenni, istituito solo qualche mese fa, che aveva sollevato non poche obiezioni sia negli ambienti della psichiatria che all’interno del mondo politico. La legge vieta infatti esplicitamente che all’interno di un manicomio criminale siano detenuti dei minori. La sezione è stata creata dal Ministero della Giustizia (l’OPG di Castiglione è infatti gestito in base a una convenzione con il Ministero della Giustizia dall’ASL di Mantova) e avrebbe avuto una capienza massima di dieci detenuti, minori autori di reato e di difficile gestione in istituti minorili o in comunità, ma tuttora non sono chiare le motivazioni che hanno portato il ministero ad istituire una sezione minorile all’interno di un OPG. Quello che è certo è che il caso ha scatenato un inchiesta a carattere nazionale, portata avanti anche dal quotidiano La Repubblica sul delicato rapporto tra sanità e giustizia. Alla Camera Tiziana Valpiana, deputato dell’opposizione (PRC) ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute per fare luce sull’accaduto, sottolineando che “dei minori, pur autori di reati e di difficile gestione, hanno necessità di essere sostenuti e recuperati in strutture diverse”. La risposta del Ministero afferma che il reparto minorile è collocato in un’ala separata, garantendo la “non commistione con gli adulti per tutte le fasi del processo terapeutico”.
In seguito il sottosegretario alla salute Antonio Guidi ha visitato la struttura e ha dichiarato che la convenzione con il Ministero della Giustizia è scaduta e non verrà rinnovata: “se ce ne sarà un’altra – ha spiegato – riguarderà una struttura alternativa”. Guidi ha infatti riconosciuto l’inadeguatezza della struttura alla riabilitazione di minori, ritenendo inopportuna la scelta di una vicinanza e contiguità con l’ospedale psichiatrico. Una posizione sostenuta da molti, secondo i quali l’accaduto deve far riflettere su un approccio fuorviante nei confronti dei detenuti: “E’ stato un bene chiudere quella struttura, quello che è successo è indice della confusione che regna nel Ministero della Giustizia. Questi minori non dovrebbero essere messi tutti insieme e tenuti in strutture separate. Le questioni complicate non possono essere semplificate: si pensi al fatto che molti di loro sono extracomunitari. Dove sono i “mediatori culturali”? perché non possono occuparsene gli istituti penitenziari per minori?” Così dice il Dott. Luigi Benevelli, psichiatra mantovano, attivo nel Forum della Salute Mentale. “Vi è da tempo una crescente ostilità degli altri OPG verso l’OPG Castiglionese . Castiglione, come ospedale psichiatrico giudiziario riceve circa la metà delle risorse finanziarie destinate al funzionamento di tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari (in Italia ce ne sono altri cinque). Questo è dovuto al fatto che il personale è costituito esclusivamente da medici e infermieri, non ci sono agenti di custodia; di qui i costi più alti. In tale difficile contesto di relazioni, la struttura di Castiglione dovrebbe sfruttare al meglio la sua situazione unica e decisamente più favorevole, perché inserito in un’Azienda sanitaria pubblica, a differenza degli altri cinque, gestiti direttamente dal Ministero della Giustizia, sviluppando esperienze più avanzate che rafforzino la posizione di prestigio di cui gode ed evitando “scivoloni” come quello della comunità per minori”.
La situazione della salute mentale nelle carceri e negli OPG in Italia resta difficile perché i servizi della sanità penitenziaria faticano a integrarsi con quelli delle sanità regionali. “In Italia e anche in Lombardia – sostiene ancora il dott. Benevelli – persistono problemi molto pesanti, dovuti a carenze di servizi e disponibilità di mezzi, continuano pratiche molto gravi, come quella di legare i pazienti, che comportano la violazione dei diritti del malato”.


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