STORIA DI MISTERI, MISTERI DI STORIA

di Giorgio Alemanni

Le generazioni passano e con loro sparisce parte della Storia.
La Storia quella tramandata oralmente. Quella vissuta dalla gente forse un po’, in buona fede, ingrandita, ma mai, per secondi scopi, sminuita. Quella vera. Quella dei: “Mi ricordo che…”, “C’ero anch’io…”, “Lo sapevate che…” e mai: “Ho sentito dire che…”. Castiglione è uno dei tanti esempi di perdita della memoria storica. Interi lassi di tempo sono caduti nel dimenticatoio e a volte ci si domanda il perché? Se non fosse per gli Agostini, per i Martinetti, per i Miglio, per i Ferlenga ed ora per i Sigurtà, a cui senz’altro non mancano i ‘Venerdì’, il ricordo della nostra storia degli ultimi decenni sarebbe nullo.
Un vero peccato non saperne di più! La storia come si dice è fatta dai vincitori, ma bisognerebbe aggiungere che, la Storia come l’Economia non sono scienze esatte, ma materie che sono sempre state monopolizzate da chi ha il potere aggiustate a mena dito per i propri fini. A Castiglione scemano gli argomenti storici che la resero e la rendono ancora famosa.
Prima la notorietà delle sue acque, dei suoi rivi, dei suoi laghetti morenici ed della sua aria salubre già conosciuta dai Romani che qui intorno ad essa costruirono lussuose residenze.
Poi la lunga favola di indipendenza data dai Gonzaga. E in questo principato di favola la vita sofferta di un ragazzo: Luigi, morto per lenire le sofferenze altrui. Passano i secoli e Castiglione, merito della sua collocazione sparti vie Torino-Venezia, Brennero-Apennini, si trova attore principale della seconda guerra risorgimentale. Quel ricordo va detto cadde subito in quel baratro inspiegabile di dimenticanze, un po’ risorto con quella Croce Rossa nata qui ma poi cresciuta nella neutrale, in tutto, Svizzera. Da qui un salto di più di un secolo di buio.
Periodo in cui Castiglione era conosciuta più per il suo manicomio che per la sua Storia, le sue bellezze e per il suo modo di vita diverso da tutto il suo circondario.
Passano gli anni e la sua territorio diviene ‘Zona depressa’.
Oddio meno male solo sulla carta, perché i Castiglionesi di allora non elemosinavano in divertimenti, seppur con modesta spesa, i denari erano pochissimi e questi a disposizione di pochissimi, ma lo stesso c’era sempre la possibilità di divertirsi, anche solo a base di scherzi. A volte molto pesanti.
Gente veniva da tutte le parti per ballare all’ombra della conchiglia del Lido e magari tuffarsi vestito nella piscina. L’attrazione non era tanto il ballo. Quella era solo una scusa per conoscere belle ragazze di cui Castiglione ne aveva (e ne ha) un buon patrimonio. Molti di questi ‘buongustai’ si innamorarono in quelle notti estive proprio per via di quella affascinante conchiglia che anch’essa purtroppo mi sembra destinata non nel dimenticatoio ma peggio ad una brutta fine. Ma ritornando ai tempi della nostra storia purtroppo rimasti bui inspiegabilmente.
Pensate solo a quante persone sono passate e molte sono rimaste nel ‘nostro’ manicomio criminale e non.
Come è possibile che ci si ricordi solo di Ligabue, della figlia naturale di Boito o del martellatore della Pietà.
Come è possibile non sapere quasi nulla di quel periodo dove tutta Castiglione ruotava intorno all’ospedale e alle filande chissà quante storie belle, brutte o affascinanti di cui non verremo mai a conoscenza. Chissà quanti personaggi che poi fecero la Storia a nostra insaputa hanno calpestato i selciati della nostra città.


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