RANIERO REGNI


Laureato in Filosofia presso l’Università di Perugia, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Pedagogia presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1988 sotto la guida di Fabrizio Ravaglioli. Ha svolto e svolge attività di aggiornamento e formazione per insegnanti in diverse regioni d’Italia, anche nel settore della formazione Montessori. Ha partecipato in qualità di consulente ed autore a numerose trasmissioni del Dipartimento Scuola Educazione della RAI ed attualmente di Rai Educational (tra le ultime Mediateche; La città digitale; La società della conoscenza). Collabora con le riviste Avio-Autonomie, Il quaderno Montessori, La scuola in Europa. È stato professore presso l’Università degli Studi di Cassino e dal 1998 al 2000 è stato professore di Sociologia dell’Educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione della LUMSA di Roma e di Pedagogia sociale nel corso di D.U. per Educatore professionale. È stato docente nei corsi biennali per insegnanti di sostegno presso la LUMSA di Roma e nei corsi della LUISS di Roma per il conferimento della qualifica di dirigente scolastico. Collabora con l’Istituto di Sociologia “Luigi Sturzo” di Caltagirone e con la Direzione didattica delle scuole materne della Provincia di Bolzano. È professore di Pedagogia sociale presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma.

Abbiamo chiesto al Prof. Regni di commentare brevemente il suo intervento, ma soprattutto il suo percorso di riflessione che animerà parte del dibattito che terrà – novità di questa edizione 2007 di Mosaicoscienze – con i genitori e gli studenti.
“Si dice che la nostra sia la “società della conoscenza” innanzitutto perché viene prodotta molta scienza, molta “conoscenza” in ogni campo e poi perché la conoscenza è la risorsa strategica vera e propria: il sapere come si fanno le cose, il cosiddetto “know how” fa la differenza ed è il motore, la locomotiva più importante dello sviluppo. C’è un rapporto molto stretto nel nostro tempo, nella nostra società, tra ricerca, innovazione e sviluppo. La ricerca è la potenza della teoria; qualcuno ha detto che non c’è niente di più concreto che una buona teoria. La ricerca è quella che si fa nei laboratori, nei centri specializzati, nei Centri di Competenza come quelli, appunto, della Campania. La ricerca genera, poi, l’innovazione che è l’applicazione delle scoperte scientifiche al mondo della produzione. Una volta applicate le ricerche alla tecnica questo connubio tra ricerca e tecnologia dà vita allo sviluppo, il cosiddetto “spin off”; la vela che fa decollare lo sviluppo è proprio questo rapporto tra ricerca e innovazione. Ma le innovazioni vanno disseminate nel territorio, vanno applicate nei luoghi di produzione e a questo credo che servano anche i Centri di Competenza che la Regione Campania ha realizzato e che vedremo nel corso di queste dieci puntate. Il rapporto tra scoperta, innovazione, invenzioni e creatività è un rapporto molto stretto; la creatività è un gesto tipicamente umano. Qualcuno ha detto che dentro i gesti creativi dello scienziato come in quelli dell’artista echeggi un po’ della memoria del grande creatore, del primo creatore, di Dio; ed è stato aggiunto che il nostro è un tempo in cui le innovazioni e le scoperte sono più numerose che non le vere e proprie creazioni. E allora i Centri di Competenza, che sono centri di ricerca, dovrebbero essere dei luoghi in cui la creatività viene finanziata, viene alimentata in modo tale da poter alimentare uno sviluppo. Ma non dobbiamo dimenticare che siamo in Italia, nel sud dell’Europa e che siamo nel sud dell’Italia, nella Regione Campania e credo che vada ricercato un modello di sviluppo tipicamente mediterraneo. Il sud dell’Europa e il sud d’Italia non sono il passato della modernità, ha detto qualcuno; l’Italia non può essere concepita soltanto come il luogo del turismo, il paradiso dei turisti. L’Italia può essere concepita anche come un centro di sviluppo tecnologico e scientifico particolare. Noi non dovremmo inseguire altri modelli europei, dovremmo cercare un “nostro” modello di sviluppo in cui far vivere due dimensioni che sono la verità scientifica, l’esattezza tecnologica con la bellezza, la grazia dei luoghi, dei cibi, dei sapori, della luce mediterranea con la precisione, con il mondo artificiale tipico della tecnologia. Non dobbiamo dimenticare, come vedremo anche nelle puntate, che il mediterraneo ha creato il mito che sta all’origine della creatività e della ricerca scientifica: il mito di Prometeo. In Europa c’è un altro mito, quello di Faust; Prometeo e Faust sono due simboli dello scienziato, del ricercatore che fa la scoperta, inventa qualcosa di decisivo che cambia il destino degli uomini e innesca un processo di sviluppo. Però Prometeo viene incatenato, secondo la tragedia greca gli vengono ricordati dei limiti mentre Faust può rappresentare un tipo di sviluppo illimitato. I Centri di Competenza Regionale della Regione Campania possono essere pensati come i luoghi e i laboratori di questo modello di sviluppo “mediterraneo” in cui si cerca un equilibrio tra passato e futuro, tra la bellezza naturale e l’esattezza scientifica e come luogo in cui sperimentare una politica della conoscenza che a sua volta alimenti una specie di “geopolitica” della conoscenza che fa del Mediterraneo questo luogo così bello ma appunto non pensabile soltanto come luogo di ricreazione ma anche come luogo di ricerca, sviluppo e progresso tecnologico”.


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