UNA STORIA DA RACCONTARE

di Enrico Marini

In fila davanti alla cassa del supermercato: il “battere-levare” di silenziosi mocassini e tambureggianti stivaletti è segno della nostra impazienza. In coda al semaforo: tutti pronti a pigiare l’acceleratore smaniosi di piazzarci davanti alla tv. Il “tempo è tiranno”, diciamo per giustificarci della fretta di correre a casa.
Vi sentite forse chiamati in causa? E allora dedicate un paio di minuti a questo modesto articolo e vi accorgerete che il tempo è prezioso e che, come canta un rocker nostrano, “indietro non si torna, non si può tornare più”. E allora benediciamo la Fondazione Carpenedolo onlus, che ha strappato l’ex-casa Girelli alla speculazione edilizia. Benediciamo i fratelli Dalla Bona, è grazie a loro che il Centro disabili (ex-Anffas) dispone di locali completamente ristrutturati presso, appunto, l’ex-istituto Girelli. Impossibile dimenticare gli “Amici di Claudio” e gli Alpini che con la loro festa finanziano gran parte delle attività del Centro. Un plauso infine all’amministrazione comunale di Carpenedolo che ha fatto ristrutturare i tetti dell’antico edificio. Sicuramente non me ne vorranno i benefattori che ho scordato; se hanno regalato, non l’han certo fatto per la vana gloria d’esser da me citati.
È a noi “senza tempo” che fuggiamo dalla diversità, soggiogati da un’omologazione a tutti i costi, che mi rivolgo. A metà novembre ho visitato il Centro disabili, una grande famiglia che si riunisce tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18. Ho ammirato i giochi in legno di una volta che, sotto la guida di Eugenio Frer, i diversamente abili hanno costruito. Già diversamente abili, perché diversamente dal sottoscritto, gli uomini del Centro sono decisamente abili a intagliare il legno. Le signore, invece, insieme alla coordinatrice Mariana Victoria Alvarez, lavoravano a maglia dopo essersi gustate un corroborante caffé. Proprio così, perché i locali a loro disposizione sono completi perfino di una piccola cucina. È anche grazie al generoso contributo quotidiano delle volontarie che il 9 dicembre, in occasione della Fiera del Torrone, il Centro Disabili metterà in vendita le proprie “produzioni creative”. Produzioni uniche - pur nella loro semplicità - frutto di creatività e riciclo di materiali buttati, non prodotti uguali a sé stessi, ma diversi uno dall’altro. Diversità che una società sempre più omologata difficilmente apprezza. Ma sono fiducioso: i Carpenedolesi saranno pronti a smentirmi in occasione del mercatino del 9 dicembre. Tanto si può ancora fare negli ampi locali, ora inutilizzati, dell’ex-Istituto Girelli. Sempre che, nonostante i numerosi donatori del 5xmille alla Fondazione Carpenedolo, gli istituti di credito locali non continuino a cassare il progetto del dott. Cavalli, presidente della onlus carpenedolese. Il suo sogno sarebbe ristrutturare un’ala del complesso per farne delle case d’accoglienza per anziani autosufficienti con difficoltà economiche. Alla luce della lunga lista d’attesa per la Casa di Riposo il sogno del presidente Cavalli è anche il sogno della nostra comunità. Se i finanziamenti non arriveranno prima del 2012 il complesso Girelli finirà nelle mani della speculazione edilizia. Probabilmente agli speculatori immobiliari le banche concederebbero leste leste il mutuo. Non vorrei pensar male - e non tanto perché si fa peccato - ma perché, come disse maliziosamente uno che di peccati e peccatori se ne intende: “a pensar male (…) spesso ci si azzecca”.


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