LIBRI CIVETTA

di Enrico Marini / menr@libero.it


Alabama Wildman
Thurston Moore
Leconte
euro 15,00

La voce di un giovane Bob Dylan, evocata da Patti Smith, è una chicca da non perdere. E nessuno vi rovinerà il piacere di leggerla in “Alabama Wildman”, primo libro edito in Italia di Thurston Moore, fondatore dei Sonic Youth. Romanzo? Biografia? O raccolta di poesie? Forse tutte e tre le cose. “Alabama wildman” è il racconto disinibito ed eccitato di una New York anni ’70-’80 e di un fottio di gruppi rock, punk, no wave e free-jazz; è un album di foto del giovane Moore; è il susseguirsi delle emozioni incontaminate e dei pensieri “unplugged” della poesia di Thurston. “Senza freni” e “nella mente del lettore borghese” sono un diapason che accorda la psiche del lettore così che possa godere appieno dei successivi assoli poetici di Moore. Infatti se ci si cala senza freni nella lettura sarà facile svelare l’enigma della poesia “dio è un film” (che ne pensate dello specchio?). Per Thurston si può dire tutto quello che ci passa per la testa e nessuno può vietarlo. Ha ragione Lisa Crystal Carver, lui è un “uomo-bambino” e i bambini “sfuggono a ciò che si pensa sia la normale logica”, la normalità per loro è infrangere divieti e spesso, con la loro straripante ingenuità, fanno riflettere noi adulti. Thurston è un “wildman” e si risentirebbe alquanto se qualcuno provasse ad imbrigliare il suo libro ad un genere letterario. Lo stesso dicasi per la sua musica. In un’intervista a pagina 75, infatti, gli viene chiesto se è “un musicista esperto della libera improvvisazione”, la sua risposta - evasiva e volutamente nebulosa - lascia l’interlocutore “nel dubbio tra l’aver capito tutto o l’esser stato preso per i fondelli”. Del resto il suo nickname da chitarrista è “free” T. e non sarà certo un giornalista ad incastrare l’arte “sonica” in due parole senza senso. La poesia è forse il campo che più si addice alla sua scrittura, libera di spaziare, libera di fluire senza regole sul foglio, libera di spiazzarti con accostamenti bizzarri e psichedelici, come: “supermodella con sigaretta=terrorista”. Che cavolo vuol dire? Modella anoressica e fumatrice, quindi terrorista della sua bellezza e della sua salute? Ma Thurston non è il tipo da far la predica! Lui quando parla di femmine - come afferma Richard Meltzer nella postfazione - parla di quelle che si è scopato, di quelle che avrebbe potuto e di quelle che gli sarebbe piaciuto. “Supermodella con sigaretta=terrorista” potrebbe voler dire che lei è una bomba sexy pronta a mandare in briciole la castità di ogni uomo. I suoi versi però sono libera associazione d’idee, sono fulmini a ciel sereno, sono “raggi di sole (per allen ginsberg)”, e chi se ne infischia dell’analisi, meglio surfare su queste onde d’inchiostro e godere del loro sciabordio. Unica pecca - a cui la Leconte mette una pezza con ricche annotazioni - è l’assenza del testo a fronte delle poesie di un musicista, artista delle sonorità della voce ancor prima che delle parole. Il suono del resto ha un che di primordiale, di “pre-concetto” e Thurston solletica o graffia le corde più profonde dell’anima.


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