SURGE ET AMBULA

di Rosa Perosi

MA CHI SONO IO?

Io sono un ragazzo che fin da piccolo avevo dei problemi comportamentali meglio definiti “disturbi di tipo BORDERLINE “. All’età di 16 anni ho iniziato ad assaporare alcolici visto che in famiglia siamo produttori di grappa, questo mi ha portato al vizio dell’alcol e senza rendermene conto facevo i reati, tipo una C.T.A. andata a fuoco per causa mia. Questi reati mi hanno portato ad entrare in OPG per scontare 6 mesi e dove ci sono da 6 anni. Sono in questo tempo cambiato in certi aspetti visti da me, del tipo non bevo più sin da quando ero in C.T.A. qualche mese fa e mi comporto meglio durante la giornata. Alessandro

Nata in astinenza di ogni tipo di droghe ed alcool, famiglia di pazzi e pericolosi, ho avuto una vita piena di forti traumi e violenze fisiche e psichiche. Avevo bisogno di aiuto anche farmacologico ma farmaci, droghe,alcool mi facevano paura, visti gli effetti in giro. Sputato tutte cure fino ad un mese fa quando tutta la vita mi è caduta addosso da un secondo all’ altro e stavo per morire davvero. A sto’ punto ammisi tutte le balle raccontate a me stessa e agli altri , “rasata a 0” risorta nuova ed accettato psicofarmaci per forza ed ora sto bene come non mai e chiedo aiuto e riaperto sincero rapporto con me e gli altri. Quando ti rendi conto che gli psicofarmaci, se assunti con regolarità, sono di grande aiuto e non li rifiuti più (Paura effetti collaterali). Grazie anche al MIO paziente ragazzo che mi dà sempre voglia di vivere… Lilith

Io solamente qui ho trovato la mia serenità. Soltanto che delle volte quando mi rimproverano se faccio qualcosa mi sento pentita e offesa e piango e dico che non lo faccio più e invece lo continuo a farlo, perciò quindi è solo una MALATTIA che ho. E qualcuno ce che mi capisce e qualcuno che non mi capisce e mi mette in isolamento e io urlo e piango quando mi sento così, e mi prende la voglia di pensare a mio marito e a quello che ho fatto e me ne sento pentita di quello che ho fatto nel passato. Non è colpa mia se sono così. Perché mi ci hanno fatta diventare (i miei genitori e mio marito ). Tutto qua. Pasqua

Io veramente faccio quello che dice il dottore: son cortese con gli altri pazienti… così esco fuori dall’OPG che è pieno di vita proprio come dice il Vangelo. Ida

Io se non mi vengono a trovare mio fratello e mia madre sono ansioso perché ho fatto una cosa brutta verso una signora di prendere un borsellino per vedere che cosa ci fosse dentro.
I poliziotti che ha chiamato la signora mi hanno messo dentro ma io non sono scappato e il borsellino ce l’ho dato indietro senza aprirlo, poi dopo mi9 sono messo a piangere e ho parlato di me perché ero in difficoltà. Dominique

Mi chiamano Kikka specialmente a casa, sono una ragazza normale, non mi faccio complessi, prendo la vita come viene, non sopporto i ragazzi che sparlano alle spalle. Mi piace la musica, specialmente Gigi D’Alessio. Quando ero a casa stavo sempre con lo stereo acceso e a volte ballavo, pochi amici avevo, ma buoni amici! a volte parlando con loro cercavo la risposta: ma chi sono io? Si finisce col parlare di Dio, della Chiesa, di politica, e alla fine chi sono io, non so se è la risposta giusta, ma devo ancora conoscermi bene. Sicuramente in parte un po’ mi conosco e quel poco è la mia fragilità, il mio essere simpatica. Cerco sempre i sorrisi negli occhi delle persone, evito discussioni, piango sempre di nascosto e non so perché non riesco a piangere davanti agli altri, forse perché mi vergogno. Sono molto estroversa e molto timida allo stesso tempo, amo chi mi ama e a volte riesco a perdonare chi mi fa del male con un bacio. Kikka

 

…E CHE NE SARÀ DI ME?

Non avevo mai sentito parlare di OPG. Cadendo in depressione, dopo gli arresti domiciliari 10 mesi, non mi alzavo, non cucinavo per ò mia famiglia ..ect.. Il mio avv. Mi ha consigliato l’O.PG. , dicendomi cha questa struttura era adatta a me. Avevo paura , nessuno mi parlava , avevo sempre il mio dottore che mi seguiva dicendomi “Dai che ne esci fuori!”. Avevo molta fiducia del mio dottore, che continuava a darmi forza. Pian piano, tornando con le ragazze, mi son sentita meglio. Ogni tanto piangevo pensando ai miei figli e a mio marito, di quanto male stavo facendo a loro. Adesso, dopo 1 anno, mi ritrovo con tanti amici che mi vogliono bene. Ora, ho paura di tornare a casa e quindi il dottore preferisce che sia lui a vedermi bene, prima di uscire. La mia paura è questa: mi sentirò sola? Con chi parlerò? Con chi uscirò? Prego Dio che mi dia al forza di sopportare, di non pensarci. Isabella

Il sangue scorre lento come il tempo che va da sé
Scorrono lacrime sul tuo viso e so già da me cosa voglion dire
Rabbia, odio, dolore sogni strappati e mai ripresi
Fili tesi come corde di un violino che si rispecchiano nei miei nervi
Doloranti di nevrosi odi e dolori, pianti e pochi rincuori
Vedo nebbie e pochi soli
Il mio cuore è arido di lacrime
E troppe volte ho pianto inutilmente
Troppe volte si sono lamentati di me
Ma lentamente ho imparato che la gente mente
Lentamente ti logora la mente
E più cresci meno sei innocente
Multi

È un pensiero che certi giorni mi assilla, altri giorni invece è nascosto nelle pieghe della mia mente e non mi disturba. Del resto un po ci pensavo anche prima di entrare in OPG: la paura del domani, secondo me, preoccupa anche le persone “più forti”. Ma poi mi sono chiesto: “Che senso ha temere il futuro quando abbiamo solo il presente?” quando la nostra vita prende una piega inaspettata e negativa, è meglio concentrarsi sulle piccole soddisfazioni che ogni giorno ci regala, il sorriso di una persona, una stretta di mano, un’abbraccio, oppure una lettera di una persona cara. Ma io spero tanto di migliorare nel tempo che dovrò passare qui dentro: migliorare il mio carattere, il mio comportamento, ma soprattutto la consapevolezza di me stesso. Non sarà facile, ma mi impegnerò per essere pronto a vivere di nuovo nella società, libero e con l’aiuto dello psichiatra. Marco


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