THE CORPORATION

di Ilaria Feole e Luca Morselli

La corporation è l’istituzione dominante della società e del mercato contemporaneo. Grandi società di capitali che confluiscono in imprese capitalistiche multinazionali detengono il potere economico globale, incidendo pesantemente sugli orientamenti politici dei governi e indirizzando i consumi e gli acquisti della collettività. Joel Bakan, docente di Diritto alla University of British Columbia e studioso protagonista dei movimenti no global, ha raccolto nel libro The Corporation (edito in Italia da Fandango nel 2004, euro15) documenti, testimonianze, inchieste ed interviste che analizzano le ragioni storiche e sociali alla base della nascita, dello sviluppo e dei radicati meccanismi di un fenomeno che è parte integrante della realtà contemporanea. Il materiale del libro è stato successivamente oggetto dell’omonimo documentario realizzato dallo stesso Bakan insieme a Jennifer Abbott e Mark Achbar (prodotto da Fandango e distribuito in dvd in Italia da Feltrinelli nel 2004, euro 17); il film contiene contributi di personaggi di spicco del mondo della finanza, tra cui il premio Nobel per l’economia Milton Friedman, e di studiosi e attivisti impegnati nella critica al capitalismo imperante, come Noam Chomsky, Michael Moore, Jeremy Rifkin, Naomi Klein (autrice del libro rivelazione No logo), Vandana Shiva e Howard Zinn. La corporation assume la sua forma attuale nel XIX secolo, quando inizia ad essere considerata non più come insieme di individui ma come “persona” giuridica dotata di identità propria e legalmente distinta dalle persone fisiche che la compongono; un’entità, quindi, cui vengono riconosciuti i medesimi diritti di cui godono gli esseri umani di fronte alla legge. Proprio da qui si avvia il percorso di Bakan, che prende alla lettera il concetto di corporation come persona e la “psicanalizza” per portarne alla luce i comportamenti tendenzialmente patologici; l’irresponsabile disinteresse per il benessere degli altri, la tendenza a mentire e ingannare per trarne profitto, l’incapacità di provare rimorso, di mantenere relazioni durature e di adeguarsi alle norme sociali e alla legge: tratti tipici di una personalità psicopatica. Le corporation sono individui patologicamente votati alla ricerca del profitto: “Come un soggetto psicopatico, la corporation non può riconoscere né agire secondo principi etici che le inibiscano di nuocere agli altri. La sua natura giuridica non fissa alcun limite a quello che può fare agli altri nel perseguimento dei suoi scopi egoistici; di fatto, laddove i benefici superano i costi, la corporation è perfino obbligata ad arrecare danni”. Joel Bakan illustra come la natura giuridica di una società per azioni circoscriva le responsabilità dei suoi amministratori delegati a rispondere ai soli azionisti. Il compito di chi dirige una corporation è quello di ottenere grossi profitti e di contenere i costi; l’aumento del capitale diventa l’unico e imprescindibile criterio di gestione, utilizzo e valutazione, ragion d’essere dell’intero sistema corporativo. Tutti i mali che ricadono su soggetti esterni alla corporation, causati dalla spasmodica e giuridicamente obbligata ricerca del profitto, vengono classificati come esternalità. Danni irreversibili all’ambiente, quali inquinamento di fiumi e riserve d’acqua, estinzione di specie animali causata dalla riduzione della biodiversità, distruzione della biosfera e sconvolgimento dei processi climatici; sfruttamento del lavoro minorile; produzione e utilizzo indiscriminato di sostanze chimiche cancerogene; azioni antisindacali e responsabilità nella diffusione del traffico delle armi. Sono solo alcuni dei prodotti della “macchina per esternalizzare”; tutto ciò che trascende la logica del capitale, trascende la corporation stessa. Il 6 giugno 1973 il management della General Motors intraprese uno studio sui casi di incendio del carburante delle sue autovetture. Moltiplicò i 500 sinistri mortali che si verificavano ogni anno per 200.000 dollari, la cifra media stimata per il risarcimento dei danni, e divise la cifra risultante per 41 milioni, il numero di autovetture della General Motors circolante all’epoca sulle strade americane. La conclusione fu che ogni sinistro mortale causato da incendio del carburante costava alla compagnia 2,40 dollari per automobile; il costo per garantire che i serbatoi non esplodessero in caso di collisione era stimato dalla compagnia pari a 8,59 dollari per automobile; ciò significava che la General Motors preferiva risparmiare 6,19 dollari per ogni automobile lasciando morire la gente a causa di incendi del carburante anziché modificare la progettazione delle autovetture per evitare gli incendi. L’errore decisivo nella valutazione del ruolo delle corporation consiste nel considerarle soggetti eterni e inattaccabili, dimenticando che esse dipendono interamente dallo Stato sia al momento della loro costituzione sia per essere autorizzate a muovere capitali: è lo Stato che crea le corporation e ne determina i limiti decisionali ed operativi. Le scelte e le azioni delle compagnie non sono libere ed indipendenti di fronte ad un pubblico passivo e impotente, ma devono muoversi all’interno di un determinato sistema legislativo. L’insieme di tutte le norme e procedure attraverso cui lo Stato detiene ed esercita il controllo su una società per azioni è dettato da una regolamentazione; dagli anni ’30 però si assiste ad un inesorabile processo di de-regolamentazione che ha progressivamente ridimensionato il ruolo dello Stato nelle decisioni e pianificazioni delle compagnie: “Le corporation non possono esistere senza lo Stato, né possono esistere i mercati. Le deregolamentazione non annulla i rapporti tra stato e corporation; ne modifica semplicemente la natura”. L’obbiettivo dell’autore è quello di favorire la formazione di una coscienza collettiva, che conosca a fondo il fenomeno “Corporation” e che sia consapevole della propria potenzialità ad esercitare un ruolo determinante all’interno del mercato globale: consumo critico, boicottaggio, manifestazioni di protesta e divulgazione diventano concrete azioni politiche in grado anche di mettere in ginocchio una grande società di capitali.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>