CHIACCHIERE IN LIBERTA’… VIGILATA

di Paolo Capelletti

Il fascino delle arti figurative coinvolge, nella maggioranza dei casi, anche chi, come il sottoscritto, sia in possesso di saperi esigui e relativamente marginali, o di conoscenze, a riguardo, perlomeno lacunose. La suggestione costituita dall’opera, nell’istante in cui essa si presenta all’osservatore, è viva ed efficace perché non presume lo spettatore stesso, non richiede una sua previa preparazione critica; l’opera è lì, conclusa in se stessa, si dipana magicamente davanti al nostro sguardo e lo trascina all’interno del suo mondo, ci guarda fisso negli occhi e ci chiede di non indagare cosa ci sia dietro la meraviglia, l’orrore, la malinconia, lo stupore che ci provoca, di non porci la domanda “Cosa avrà voluto dire l’autore?”. Un quadro è per se stesso, prima che per chi lo guarda, quindi (non) affascina perché è per nessuno, oppure, se preferiamo, è per ciascuno. All’artista l’arduo compito di creare l’opera, o lasciare che l’opera si crei, attraverso le sue mani; arduo il compito e, perciò, meritate le attenzioni, per chi si incammina sul sentiero artistico, come ha fatto Patrizia Castracani, nata a Montichiari, studente alla Scuola di Pittura dell’Accademia di Verona, con la quale, dopo aver assistito, il 30 aprile scorso, nella Galleria Civica della ProLoco di Montichiari, all’apertura di Libertà Vigilata, esposizione delle sue opere aperta al pubblico fino a domenica 15 maggio, ho voluto scambiare quattro chiacchiere.
Innanzitutto, perché il titolo Libertà Vigilata?
Vedi, il fatto è che tutti siamo in Libertà Vigilata, nessuno è mai libero di esprimere se stesso fino in fondo, le limitazioni che ci vengono imposte sono tante e costanti. Ma questo è solo uno dei motivi… anche se l’altro forse non andrebbe detto.
Si presenta subito un aspetto che sembra interessante, quindi non puoi non parlarne…
Libertà Vigilata è anche il titolo di uno dei quadri esposti, precisamente di quello che avevo scelto per il retro del pieghevole di presentazione della mostra. Quando l’ho mostrato ai responsabili della ProLoco, però, mi è stato caldamente consigliato di scegliere un’altra immagine…
E perché? Cosa non va nel tuo quadro?
Niente, ma è composto dalla fotografia in bianco e nero dei miei seni; prevedendo l’affluenza di bambini e di personaggi illustri del paese, l’immagine del volantino è stata cambiata e le opere del terzo periodo sono state esposte in una stanza, per così dire, nascosta.
Una piccola censura politica, insomma… Hai giusto accennato al terzo periodo. In effetti tre sono le stanze allestite per la tua esposizione e ognuna è dedicata ad un periodo della tua produzione: puoi descrivermi il percorso evolutivo?
Va detto che, fino al termine della scuola, non mi ero dedicata a dipingere. L’interesse è nato frequentando alcuni corsi che mi hanno convinta a lasciare il lavoro ed iscrivermi all’Accademia di Verona. Il mio insegnante mi ha indirizzato alla rappresentazione di forme pure, non tratte dalla realtà, così sono nati i quadri della prima stanza, dalle forme morbide, arrotondate e molto colorate, giocate sulla profondità cromatica.
…Che corrono, però, il rischio di sembrare un esercizio di stile.
Infatti ho iniziato a stancarmi dell’abbondanza del colore e, con i primi bianco e nero, è arrivata la tecnica mista di fotografia, pittura e inserimento di oggetti leggeri, veli strappati e simili, che caratterizza il secondo periodo, di transizione verso il terzo, la cui particolarità è di concentrare le nuove tecniche sulla sensualità e sul corpo, nudo o semivestito.
Sai dire dove ti porta il tuo progetto estetico?
L’obiettivo è continuare a focalizzare il corpo, la bocca, in particolare, con forza crescente e depurare ancor più i miei lavori dal colore, ridurmi soltanto al bianco e nero e concedere ancor meno spazio al rosso.
Complimenti per l’allestimento di Libertà Vigilata. Ho trovato perfetta l’illuminazione e, anche se “forzata” dall’organizzazione, è intrigante la scelta di nascondere con delle pareti l’ultima stanza, forse la più interessante esteticamente. Hai altre esposizioni in programma?
Per ora non ci sono progetti, sono piuttosto soddisfatta di quanto fatto e dell’accoglienza ricevuta, considerando che il quadro Arranco è stato selezionato nella sedicesima edizione del Premio Nazionale Treccani degli Alfieri e che, con La trama del desiderio ho vinto, quest’anno, il “Premio Stile” del Comune di Sarezzo.


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