POSTALMARKET

di Diego Albano

Ci sono lavori che non ne vogliono sapere di adeguarsi ai tempi. Sarà per un alone di romanticismo che da sempre si portano dietro, sarà per un gusto retrò ancora vivo. Il motivo è ignoto ai più. Sembra evidente che il mestiere di postino sia uno di questi. Calato in una realtà tutto sommato paesana come la nostra, il portalettere assomiglia un po’ al parroco o al barbiere. Uno che conoscono tutti, e che sa dove mettere le ruote del motorino non appena legge un indirizzo, senza farsi mettere nel sacco da un banale cambio di residenza. Il segreto di tanta maestria? Una memoria decente, e magari una buona dose di tempo a disposizione per imparare. Un tempo sempre meno disponibile. A scomparire, oggi, non è tanto il postino in sé, quanto il postino a tempo indeterminato. Le poste assumono per periodi brevi, da un paio di settimane fino alla bellezza di tre mesi. Una prassi ormai consolidata in ambito aziendale. Ma per fortuna, ci racconta un postino, ci sono ancora i “fissi”, titolari di un contratto a tempo indeterminato. Lavoratori in via d’estinzione bravi a coprire i buchi lasciati dagli interinali. È rassicurante sapere che un servizio come la posta si regge su un tipo di contratto ormai sulla via del tramonto. Ma forse non è un problema del mercato del lavoro. Può darsi sia momentaneamente difficile riuscire a scovare, in un momento di larga disoccupazione, qualcuno in grado di fotografarsi in testa una cittadella come Castiglione nel giro di un paio di settimane. Eppure non ci sono molte alternative: nemmeno dotare i novellini di un buon navigatore satellitare, dato il budget risicato, consentirebbe di risolvere il problema. Che non è l’unico. Caselle postali illeggibili (quando ci sono), vie contorte, defunti da una decina d’anni che ancora ricevono pacchi interi di opuscoli pubblicitari. Piccoli contrattempi nei quali una lettera, in mano a un postino a termine, rischia di restare parcheggiata in sede in attesa che il “fisso” trovi il tempo per consegnarla. Perché nel mestiere di postino, oltre a una buona conoscenza del territorio, è necessario tenere a mente tante piccole informazioni basilari per svolgere al meglio il lavoro, dimostrando un’attenzione verso il cliente (customer care) indispensabile in un mercato come la posta. Probabilmente, dati gli scarsi risultati finora ottenuti, la prassi aziendale di Poste s.p.a. è da rivedere. È innegabile che con i postini a termine, a conti fatti, si risparmia. Così però si rischia di introdurre meccanismi viziosi, mascherando il taglio dei servizi con una presunta razionalizzazione dei costi: un trucco già visto in materia di ferrovie, dove gli orari dei treni sono notoriamente flessibili e la percorrenza delle motrici spesso è a tempo determinato.


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