INTERVISTA A
SERAFINO MASSONI

di Luca Cremonesi

Ho contattato Serafino Massoni un freddo pomeriggio di gennaio. Gli proposi, nel corso di una lunga e piacevole telefonata dove abbiamo parlato di letteratura, filosofia e libertà, un’intervista per il nostro mensile. Mai mi era capitato, in tutti questi anni, di trovare una persona così disponibile e felice di dialogare con noi. Vorrei, dunque, ringraziare Serafino Massoni per l’affetto che ci ha dimostrato e, soprattutto, per la pazienza con la quale ha dipanato le mie e-mail.

Dire di iniziare dal successo de La Lama e la Rosa nella collana, edita da Hachette, I codici segreti della storia: 120.000 copie è una tiratura incredibile…
Relativamente al successo editoriale de La Lama e la Rosa c’entrano un po’ il valore del romanzo in sé e per sé, e un po’ il caso. Per scriverlo ho impiegato una decina d’anni, tra studi, documentazioni e scritture/riscritture, tra cui ci mettiamo anche lunghi periodi trascorsi nelle grotte vaticane per “respirare” l’atmosfera di quei lontani tempi cattolici. Il romanzo,
pubblicato nel marzo 2005 da Aliberti (che ne rimane il proprietario) con la promozione/distribuzione di Rizzoli Libri, al suo apparire suscitò le reazioni di stampa (per la provincia di Mantova ne ha scritto Luca Angelini, nell’articolo che trovate nell’area download) per cui l’ufficio stampa Aliberti lo propose ad Hachette che era alla ricerca d’un testo italiano da inserire nella collana I Codici Segreti della Storia da varare alla fine di dicembre 2005. La proposta fu accolta, con ovvia soddisfazione di tutti: Aliberti, Hachette, autore (il quale, in tal modo usciva dall’inevitabile anonimato senza bisogno di patroni/padrini).

È uscito da poco Il tribuno egizio (Tullio Pironti Editore). Questo romanzo conclude la trilogia iniziata nel 1994 con Le rose del Vaticano e poi nel 2005 con La Lama e la Rosa. Come nasce l’idea di questa trilogia?
La trilogia ha una base psicoanalitica, in essa sono affrontati i grandi temi psicoanalitici ed esistenziali del rapporto tra madre e figlio (Le rose del Vaticano e poi La Lama e la Rosa), tra padre e figlio (L’alba delle aquile), tra fratelli (Il tribuno egizio), proprio come, fatte le debite proporzioni, nelle grandi tragedie greche. L’impalcatura storica non è che il contenitore di questi grandi temi psicoanalitici, che però sono caratteristici d’una strutturazione patriarcale della società, tema questo troppo ampio per essere affrontato in una intervista.

Dal mio punto di vista Il tribuno egizio è il migliore dei tre per un motivo preciso: vi leggo la descrizione della nostra società. Mi riferisco ai riti orgiastici che fanno da sfondo alla vicenda narrata e che, a mio avviso, sono anche l’impalcatura che regge la nostra società ordinata e perbenista. È una mia deformazione o un fondo di verità c’è?
Il tribuno egizio descrive un momento della nostra storia in cui avviene il passaggio decisivo e definitivo dal matriarcato al patriarcato, tema questo di cui non v’è traccia nei nostri libri di storia. Come in tutti i grandi conflitti di civiltà, lo scontro diventa più brutale quando si giunge alla resa dei conti e il perdente non ha più nulla da perdere. Per questo i riti orgiastici dei nemici di Roma sono così virulenti, ma essi in un’epoca precedente riflettevano la strutturazione matriarcale della società, assai più vicina ai ritmi naturali. Non è un caso che il passo successivo alle guerre puniche sarà il duello tra Ottaviano e Cleopatra e subito dopo l’esportazione nell’intero Impero romano di quel monoteismo relegato nella piccola Palestina e che segnerà il culmine della vittoria patriarcale: un solo Dio per tutto il mondo, una sola verità, etc…, insomma una vera tragedia.

Mi è piaciuto anche lo stile di quest’ultimo romanzo: veloce, incisivo e visivo. Vedo un’evoluzione da Le rose del Vaticano a Il tribuno egizio
Nel romanzo Il tribuno egizio c’è più maestrìa narrativa, perché nel frattempo avevo affinato le mie capacità espressive. Va tenuto presente che di giorno io scrivevo circolari e di notte scrivevo romanzi: si tratta di registri linguistici completamente diversi che non è facile gestire contemporaneamente. Circa la velocità, l’incisività e la visività, esse fanno parte della mia teoria del romanzo nell’era massmediatica, descritta nel pamphlet Editori&Scrittori (Editoriale La Cronaca di Mantova, 2003), assai ben recensito da molti quotidiani, tra cui il Corriere della Sera, l’Avvenire, l’Arena, la Voce di Mantova (sempre per la penna di Luca Angelini).

Senza scomodare Platone e la sua distinzione dell’eros, trovo ne Il tribuno egizio le tracce di Pierre Klossowski e della sua splendida trilogia Le leggi dell’ospitalità, ma anche l’Artaud di Eliogabalo, dove sesso e corpo sono strumenti e macchine da guerra del potere, ma soprattutto contro il potere. A mio avviso queste trame, che da Foucault in poi si definiscono come biopotere, sono una delle ossature della sua trilogia.
Circa Artaud, non va mai dimenticato che egli visse una buona parte della sua vita nei manicomi civili, poi c’è chi è stato a lungo in quelli criminali… Di certo non potrà scrivere nulla di simile ad Artaud il signor Alain Elkann, erede degli Agnelli, con proprietà di una parte della Rizzoli, di cui fa parte la Bompiani per la quale egli pubblica un romanzo all’anno: le vie del conflitto d’interessi sono infinite (ma di queste cose ho già abbondantemente scritto nel pamphlet del 2003). Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Per chiudere mi piacerebbe sapere i suoi progetti futuri.
Se ne avrò il tempo e la forza, c’è un grande progetto che è anche una grande utopia: riscrivere in un romanzo i grandi poemi di Omero e Virgilio, ma da una prospettiva completamente diversa, che è quella matriarcale, perché proprio del grande scontro tra matriarcato e patriarcato essi trattano, anche se i loro autori, scrivendo in periodo ormai patriarcale, non ne erano consapevoli. Remote tracce di quel lontano mondo matriarcale rimangono nella Camilla virgiliana e si pensi che ai tempi di Virgilio ancora sopravviveva il re nemorense nel bosco sacro a Diana, sui Colli Albani.

Nell’area download, si possono scaricare materiali relativi all’opera di Serafino Massoni. È anche disponibile il sito personale dell’autore www.massoniserafino.it.


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