ACQUA IN BOCCA SUL PRG

di Diego Albano

In una recente lettera pubblicata sulla gazzetta di Mantova, il sindaco di Castiglione Fabrizio Paganella si chiedeva se non fosse opportuno “lasciar fare l’opposizione all’opposizione”, riferendosi a malumori di alcuni gruppi consiliari apparsi sulla stampa locale. Il nodo della discordia? Il nuovo piano regolatore generale, cioè il documento che dovrà definire lo sviluppo della città durante i prossimi anni. Nel consiglio comunale di venerdì 1 aprile, l’opposizione aveva poi inserito, come punto 4, la possibilità di discutere in merito alla “predisposizione” del Piano di governo del territorio. Un modo per sondare le linee guida dei partiti di maggioranza e portare il dibattito in consiglio, visti gli echi e i malumori apparsi sulla stampa. Al di là delle prime e movimentate ore (dovute al passaggio dell’ex capogruppo di Forza Italia Paolo Imbriani ai banchi dell’opposizione), giunti al momento di discutere il Prg la situazione è entrata in stallo. Su richiesta del consigliere Padovan (Margherita), che chiedeva quali iter e quali indicazioni si potessero avere in merito al piano, il vicesindaco e assessore all’urbanistica Benvenuti ha tagliato corto: “devo dire che il percorso deve essere condiviso, poi l’onere e le decisioni gravano sulla maggioranza”. Incalzato da Saviola (Ds, Sdi), Benvenuti ha aggiunto che “una tempistica esatta non è stata ancora stabilita”, indicando come sede del dibattito sul piano del governo del territorio una commissione ad hoc (ancora sulla carta) da affiancare alla commissione urbanistica. “I tempi – ha spiegato – saranno comunque molto stretti”. Le associazioni da consultare saranno i comitati di quartiere, le associazioni industriali e sindacali, e “chi opera sul territorio”. Ma l’opposizione ha cercato di ottenere qualcosa in più. “Quali sono – ha chiesto Saviola – gli indirizzi politici? Sorge il dubbio che quasi tutto sia già deciso. Lo dico in base a quanto letto sulla stampa.” Segue replica di benvenuti: “la questione sta prendendo una piega diversa dall’ordine del giorno”, sottolineando successivamente che la sede per discutere del Prg è l’apposita commissione. “parlarne prima non ha senso, se non fare enunciazioni di principio”. Del piano, insomma, non si è riuscito a parlare. Anche il sindaco ha ribadito come il consiglio non sia la sede “per un dibattito gigantesco. La giunta più che per parole opera per fatti. Le nostre linee programmatiche sono già emerse, per esempio con il Plis (su cui però il sindaco non ha voluto rispondere, vedi Civetta di Marzo. N.d.r.). Emerge con chiarezza la volontà di salvaguardia del territorio, i criteri restrittivi per l’edificazione in collina. Così come si è comportata l’amministrazione fino ad oggi, così continuerà a comportarsi. Sarebbe anche riduttivo anticipare qui le linee programmatiche del PRG”. Un anno fa Forza Italia si spaccava proprio sulla politica urbanistica, quando una corrente del partito azzurro criticava il modello di sviluppo castiglionese, basato solo “sull’espansione edilizia”. Ricompattato il partito, è probabile che gli alleati non siano così entusiasti di ripetere le “linee guida” degli ultimi anni. I malumori apparsi sulla stampa, la richiesta del sindaco di “lasciar fare l’opposizione all’opposizione” e il silenzio dei banchi di maggioranza in sede di consiglio sono segnali chiari. Lasciar campo libero ai partiti in sede di consiglio avrebbe fatto emergere, in tutta probabilità, anche le incrinature all’interno della maggioranza. Pubblicamente.


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