l’ESTRO e la PENA

di Ilaria Feole

Estro e pena. Un accostamento forte di parole fornisce il titolo per un’iniziativa che si propone di dare spazio e visibilità a un abbinamento di temi altrettanto forte e insolito: arte e detenzione. La mostra permanente, ideata da Carmelo Sammartino, si intitola L’estro e la pena. La pittura dei ragazzi nei contesti penali minorili Anni ’60-’70 e si è inaugurata lo scorso 11 settembre a Villa Brescianelli; una raccolta di 25 opere pittoriche realizzate dai ragazzi della Comunità Villa dei Gerani di Pizzighettone (CR). I quadri, in cui predomina il paesaggio ma non mancano ritratti e nature morte, non sono stati selezionati in base al loro valore artistico o alla maturità dello stile; rappresentano piuttosto una testimonianza rara dell’attività dei minori detenuti negli istituti dell’epoca. Testimonianza è la parola chiave dell’allestimento, che è arricchito da un repertorio fotografico e da materiale d’archivio, in modo da creare un percorso che permette al visitatore non solo di osservare la produzione artistica dei ragazzi delle carceri minorili, ma di approfondire l’importanza delle attività rieducative proposte a quei giovani. I minori potevano imparare un vero e proprio mestiere (elettricista, sarto, falegname) e frequentare laboratori che permettevano di esprimere la loro creatività e sensibilità artistica; dalla musica alla fotografia, dal giornalismo alla pittura, appunto. Nei quadri, le cui tele erano realizzate dai ragazzi stessi, avevano la possibilità di dare vita alla propria visione del mondo, ma anche e soprattutto di lasciare un segno di sé, della propria esistenza e del proprio percorso all’interno della Comunità. Un segno di sé che noi spettatori, quarant’anni dopo, siamo chiamati ad osservare e a ponderare. In alcuni quadri emerge non solo la voglia di esprimersi, ma anche il bisogno di sfogare angosce e paure, ossessioni e malinconie; non solo l’estro, ma anche la pena. Nel percorso della mostra è possibile consultare anche una lettera personale, scritta da uno dei detenuti alla sua famiglia: un documento prezioso che trasuda di rabbia e dolore e permette di osservare l’allestimento nel suo complesso sotto un’altra ottica. La mostra diventa l’occasione per vedere i primi passi nell’arte di un gruppo di ragazzi, ma anche la loro ricerca di strumenti per affacciarsi sul mondo e raccontarsi, con la dolente e vitale consapevolezza di sé che nasce con l’adolescenza. La mostra è visitabile tutti i giorni negli orari di apertura di Villa Brescianelli a Castiglione delle Stiviere.


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