I CONSIGLIATI DI PEGASO

di Luca Morselli / hankvoice@hotmail.com


La scomparsa dei fatti
Marco Travaglio
Il Saggiatore
euro 15,00

Ultimo libro di Marco Travaglio, uscito a dicembre dell’anno appena passato e che contiene già dati e informazioni sugli scandali più recenti e osceni del Belpaese. Segnali, oltre che responsabilità penali ai danni di chi li ha organizzati, di un decadere politico, sociale e culturale irresistibile e lanciato da un decennio a folle velocità, per trasformare quanto resta di opinione pubblica e cittadinanza in un ammasso informe di imbecilli, saturati da un costante bombardamento fra tv, radio e giornali di idiozie e notizie inutili, dando così vita al fenomeno tutto italiano della “scomparsa dei fatti”. A metà fra analisi critica e raccolta immane e serrata di informazioni, il libro punta il dito contro l’agglomerato giornalistico dei servi contenti, diligenti produttori di paccottiglia rosa, giallo e nera, sottoveste col volto sommesso e toga maestrale della casta politica blindata. L’esempio massimo, il maestro, è ovviamente Bruno Vespa: parassita di tragedie famigliari riempie il piccolo schermo 4 volte a settimana costantemente da 10 anni. Cuore da sciacallo e stomaco da avvoltoio, il meglio di sé lo dà nelle puntate riservate ai politici, in cui non avviene un confronto, un’interrogazione, ma un’appassionata calata di braghe, un meraviglioso marchettone che ha l’unico scopo di legittimare il politico con il “suo” spazio tv. Travaglio riporta le intercettazioni uscite fra Vespa stesso e Salvatore Sottile, portavoce di An, un grasso maiale fascista indagato per i “provini” alle future veline Rai, su come “confezionare addosso” al meglio la puntata della sera a Gianfranco Fini. Cesara Buonamici, anchorwoman dell’edizione serale del Tg5, coinvolta all’interno di Vallettopoli per aver “forzato” la mano al dipendente dei Monopoli di Stato affinché rilasciasse le licenze per le slot a “Sua Maialità” Vittorio Emanuele, continua a condurre il Tg come se nulla fosse successo. Giorgio Tosatti, ex starnazzatore da bar sport in quel di 90° Minuto, indagato pesantemente per intrallazzi con l’allora deus-ex-machina del calcio Luciano Moggi; per la precisione, le intercettazioni fra i due vertevano sul modo più rapido ed efficace per screditare gli arbitri non sottomessi all’imperialismo juventino. Renato Farina, cronista di Libero, assoldato dal Sismi, con il nome in codice di “Pio Pompa”, spiava i colleghi e raccoglieva super bufale su esponenti del centrosinistra, coadiuvato da Paolo Guzzanti, senatore Fi, che istituiva le relative inchieste parlamentari. Sono loro gli artefici del vecchio caso “Telecom- Serbia” e sempre loro hanno ingaggiato il fenomeno da baraccone Mario Scaramella. Un inciucio unico e trasversale fra mondo della politica e mondo della tv e giornali, cartina di tornasole per tutti noi che ne subiamo da anni incapacità, attaccamento alla poltrona da un lato e idiozia, lecchinaggio e faziosità dall’altro. I salotti buoni romani, tempio dell’attuale classe dirigente, reggia dorata del potere lontano dal paese reale, devono pur essere condotti e raccontati da qualcuno. C’è la assoluta necessità di un nuovo paradigma etico, nel fare politica e nel criticare chi fa politica, nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini, che detti le linee di un giornalismo efficace ed interessante, incentrato a scoprire le magagne del potere, non a nasconderle e, anziché celebrare il potente di turno per entrare nelle sue grazie e nei suoi salotti, attaccarlo e sviscerarlo, dire a tutti che il re è nudo, creare, grazie ad un’informazione indipendente e di qualità, gli anticorpi con cui il popolo può difendersi da chi lo comanda, e non di certo il contrario.


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