BUON NATALE?

di Diego Albano

Dicembre. Tempo di bilanci, feste e, a volte, buone notizie. L’accordo Wella-Oyster è una di quelle. Presentato a fine novembre, il piano industriale della ditta Castiglionese Oyster Cosmetic garantirà l’esistenza dei reparti produttivi scaricati dalla Procter and Gamble. Certo, non sarà più la Wella di prima. Il danno inferto al nostro territorio non poteva che essere tamponato. Ma almeno ci sarà una ripresa e 40 ex dipendenti torneranno al lavoro. Quanto basta per stare tranquilli? Permetteteci, come sempre, di essere sospettosi. La dirigenza Wella ha assicurato che i circa 400 impiegati dell’area commerciale e amministrativa continueranno a svolgere i loro incarichi nello stabile di via Barzizza. Sappiamo quanto possono valere simili rassicurazioni. Non ce ne vogliano gli alti piani della casa madre, ma dopo l’annuncio di luglio 2004 la loro credibilità è ancora ai minimi storici. Come se non bastasse, da mesi alla Civetta riceviamo segnalazioni preoccupanti. Più che segnali, tagli e sforbiciate come quella subita dalla “Kadus”, l’azienda di servizi commerciali di Desenzano del Garda rilevata dalla Procter and Gamble e chiusa lo scorso luglio nel silenzio della stampa locale. Sette dipendenti, su un totale di quattordici, rispediti a casa con una sostanziosa buonuscita. Davvero un brutto segno, al quale se ne sono aggiunti in seguito altri. Sappiamo infatti da fonti sicure che è in atto una strategia volta a “incentivare” i dipendenti dell’area commerciale ad andarsene. Se poi siano solo voci di corridoio, sarà il tempo a dirlo. Speriamo soltanto di essere stati cattivi profeti. Ne abbiamo già avuti abbastanza, qui a Castiglione, di fallimenti e delocalizzazioni forzate. Non se ne parla più ma ci sono ancora, in qualche agenzia interinale o in quel che resta dell’ufficio di collocamento, gli eterni dimenticati della Rapetti, i primi a inaugurare la crisi del comparto produttivo locale e gli ultimi ad aver ottenuto qualcosa. E c’è un intero settore, il tessile artigianale, che nella provincia di Mantova sta crollando sotto i colpi del Dumping cinese, nella connivenza delle grandi aziende appaltatrici. Tutte rigorosamente made in Italy. Il risultato, dal punto di vista occupazionale, è una triste calma piatta. Chi salta da un contratto all’altro lo sa bene. Si respira a strattoni, e solo in occasione di un picco produttivo che pare un segnale di gaudio, l’inizio della ripresa. Ma il rilancio, quello vero, deve ancora venire. Così, in attesa del lieto annuncio, ci accontentiamo del presepe e dell’alberello, certi che il 2006 avrà in serbo, nel bene e nel male, molte sorprese.

Buone feste.