I LIBRI DELLA CIVETTA

di Luca Cremonesi (dalla Postfazione)


Animali Anomali
Giorgio Matteotti e Vittorio Bustaffa
Nuages
euro 13,50

Sin dai tempi di Platone narrare e scriver storie è questione seria. “Nonno, mi racconti una storia?” è, in realtà, la richiesta di una favola. Elemento chiave della favola è la voce e anche quando è nero su bianco è pur sempre lo scritto del morto orale che in realtà ci sta parlando. La favola ha in sé la voce, il racconto, la chiacchiera e, di conseguenza, il rischio che si tratti di poca cosa. “Non mi raccontar favole” grida il marito alla moglie fedifraga (e viceversa ovviamente), “ma dimmi la verità una volta per tutte”. E ancor più importante è l’aggiunta che ognuno di noi si è sentito dire in mille occasioni: “voglio la verità dalla tua viva voce”, “te lo voglio sentir dire”. La favola trova la sua verità nella voce che la narra e le dà corpo perché il vero Don Giovanni è chi ben racconta – chi sa ben narrare – favole, e cioè le sue mille invenzioni, alle sventurate di turno. La favola è diretta eredità, o meglio ancora, nobile declinazione di queste due tradizioni: la cultura orale e il mito, la voce e, nell’accezione da noi articolata, la scrittura. Tutti ricordiamo la scena de L’albero degli zoccoli di quel vecchio che racconta la favola ai bambini attorno al fuoco, ma questo potere della narrazione è lo stesso che ha animato il racconto Vajont di Marco Paolini, dove la voce ricostruisce la tragedia e gli occhi del pubblico son pieni di lacrime come gli sguardi di quei bambini che fuggono dal cerchio attorno al fuoco. La favola è portatrice di senso e non solo di morale (il lieto fine e la buona novella), ma anche il racconto che evoca e crea il senso, proprio come Platone ci ha insegnato. Queste storie che Giorgio Matteotti ci racconta mancano di voce, ma non della voce della favola e prova ne sono le tavole di Vittorio Bustaffa, buona sintesi di quella leggerezza valore cardine da portare nel nuovo millennio… Queste favole, dicevo, non portano con sé una morale, ma affermano un’etica e per questo sono generatrici di senso. La logica del diverso, dell’escluso, del meticcio, del mostruoso, del differente, in una parola dell’altro (termine chiave del Novecento appena concluso, forse…) è ciò che muove il senso di queste favole prive di una morale. Si afferma così (e solo così) uno stile di vita, e quindi un’etica, un modo d’essere come espressione di un unico divenire che caratterizza l’intera avventura dell’umanità. La favola scritta dell’essere, che per tanti secoli ha caratterizzato la storia del pensiero occidentale, ha messo a tacere la voce del divenire, rinnegando l’incontro con la differenza, e cioè con ciò che diventa altro perchè si mescola (Grillotalpa) con l’altro da sé (senza superarlo in sintesi negative), si contamina (Libruttula) e si lascia attraversare da forze e tensioni (cavallo-cavalletta) che sono il motore mobile che anima il divenire. È la vittoria di Alice e del Paese delle Meraviglie sulla Repubblica ideale, la rivolta delle favole e dei suoi personaggi, la vittoria della Super-lega dei criminali sui Super-Eroi anni ’80 (Wanted di Mark Millar)… è il granello di sabbia che la principessa de La Storia Infinita tiene stretto in mano e da quell’unico reperto della terra di Fantàsia Bastian, il ragazzo che legge il libro, può ricostruire il mondo purché accetti il divenire per sconfiggere l’immobilità dell’essere che ha prodotto il nulla artefice della distruzione della fantasia. Dal divenire si affermano stili di vita e si possono narrare senza limiti di tempo e di spazio, infinite favole e mille e una storie sempre nuove e sempre ancora da raccontare…
Il libro verrà presentato dall’autore a Volta Mantovana il 19 giugno 2007 a Palazzo Gonzaga alle ore 20.45 nell’ambito di Voltarte 2007.


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