NESSUNO E’ SCOMPARSO
IL NUOVO CD DI LUCA BONAFFINI

di Luca Cremonesi

L’atmosfera è quella di una festa, ma è anche, a ben vedere, quella di una sera lontana, di quelle che si ricordano, fra amici di vecchia data, in un piccolo bar sulle rive di un tiepido lago. La musica jazz suona, il pianista detta i tempi, e le luci si accendono… si accendo per l’appunto, ma su cosa? Luca Bonaffini ci porta alla festa di un circo animato come quelli di Fellini, ma anche fra i tendoni mobili di Kusturica dove musica, anime varie, uomini e donne sempre al limite del loro essere, si incontrano e tessono i fili della loro esistenza. In questo circo si muovono i personaggi di Bonaffini, in alcuni casi goffi come pagliacci carichi di orpelli, in altri come equilibristi sospesi su reti rammendate. Eppure questa umanità ci attira perché, a ben vedere, ci circonda e con essa ci confrontiamo e incontriamo quotidianamente. I personaggi di Bonaffini animano le nostre giornate perché, prima di tutto, siamo noi stessi allo specchio questa varietà che viene narrata nelle canzoni di questo album. Per tale motivo il clima del circo, come per incanto, si trasforma all’improvviso nella nostra giornata tipo, nei nostri tic e nelle nostre mosse quotidiane. Bonaffini ci richiama, con delicatezza e passione, perché è necessario guardarsi allo specchio e incontrare le persone che ci affiancano ogni giorno. La vera festa è nell’incontro con il circo reale che è la nostra vita quotidiana, non perché la vita sia una falsa rappresentazione, ma perché è in sé uno spettacolo popolato di infiniti personaggi unici ed irripetibili, con doti straordinarie, come accade di incontrare sotto il tendone del circo. Non a caso, dunque, Fellini e Kusturica tolgono il tendone al circo come Luca Bonaffini elimina il sipario del giudizio per lasciare che si possa esprimere in piena potenza la magia che ci anima e ci circonda. Luca Bonaffini sa che il fardello del giudizio, se continuamente rimpolpato, appesantisce il pensiero e rende l’uomo greve al cospetto della contemporaneità. Di leggerezza, dunque, s’ha da popolare il mondo, quale possibile valore per il nuovo millennio. Tale condizione si conquista, non si recupera e neppure si trova fra i banchi di un buon mercato. I suoi personaggi si animano e prendono vita perché li possiamo vedere, chiaramente, nella loro fragile nudità che li caratterizza. Siamo noi i primi a non essere scomparsi e, dunque, a cercare di ritrovarci seduti tutti quanti, nessuno escluso, al bar con gli amici per raccontarci finalmente con onestà cosa e, soprattutto, come siamo diventati quello che siamo. Per Luca Bonaffini, ed è questa la vera potenza del suo nuovo lavoro, non si tratta di ritrovarci solo per passare intere giornate al bar! Ci eravamo persi nei giudizi degli altri, nelle ideologie che ci circondavano e ci cullavano, ed eravamo diventati tutto e il contrario di tutto, con il rischio – serio – di estinzione.
Luca Bonaffini guarda l’epoca che ci troviamo a vivere non dall’alto e neppure con il distacco tipico dell’intellettuale. Bonaffini si muove fra l’umanità che racconta, ci passeggia a fianco e la incontra nella sua quotidianità. Non si tratta, sia ben chiaro, di sentire la nostalgia del passato, e cioè della gioia incontenibile e tanto celebrata degli anni in cui la musicava suonava, le notti erano interminabili e tutti noi eravamo maschere pronte a recitare il nostro copione. Qui si tratta di giocare la partita, alzare il sipario, pagare il conto del bar, alzarsi e uscire fuori all’aria aperta forse per riveder le stelle, sicuramente per non lasciarle in mano a chi non è sopravvissuto, ma si lascia vivere da ogni soffio di vento. Ho avuto la fortuna di poter collaborare a questo nuovo lavoro di Luca Bonaffini, autore fra l’altro della splendida Chiama Piano (cantata da Bertoli e Concato). Lo ringrazio per la fiducia e per l’amicizia che ci lega. Quello riportato qui sopra è l’introduzione che ho scritto per il suo cd.

Luca Bonaffini presenterà il suo ultimo lavoro a Castiglione delle Stiviere il 13 Giugno a Villa Brescianelli nell’ambito dell’iniziativa Libriamoci a cura dell’Associazione culturale Frammenti, alle ore 20.45; a Volta Mantovana l’8 Luglio nell’ambito di Voltarte Festival nei giardini del Belvedere di Palazzo Gonzaga a partire dalle ore 18.

… e alla fine nessuno è scomparso! Per lo scenario post-atomico, post-rivoluzionario, post-strutturale… insomma post!… degli anni Settanta noi esseri umani, oggi, non ci saremmo dovuti essere e non solo come presenza fisica in carne e ossa, ma prima di tutto socio-culturale. Interpreto bene una delle possibili letture del tuo nuovo lavoro?
Le interpretazioni sono sicuramente molteplici. E nella tua domanda ci sono già diverse risposte…. Andando in giro per le strade, nei bar, nei luoghi dove la gente abita la quotidianità, si ha la percezione di uno stato d’allerta; una sorta di stato di emergenza che ci fa vivere in maniera compulsiva e schizoide anche le cose più semplici. Le più scontate. Ci aspettavamo la bomba atomica? Una grande rivoluzione culturale? Un mondo nuovo? Ebbene… eccolo. Il panorama post-apocalittico che abbiamo davanti a noi è sicuramente inquietante, ma in fondo bando agli allarmismi. Bisogna saper affrontare e gestire questo post.

In questo album guardi l’epoca che ci troviamo a vivere non dall’alto e neppure con il distacco tipico dell’intellettuale post-moderno, ma ti muovi fra l’umanità che ci racconti, ci passeggi a fianco e la incontri nella sua quotidianità.
Se di ri-umanizzazione bisogna parlare, non possiamo salvarci buttando a mare ciò che non condividiamo o quello che facciamo fatica ad interpretare. Il brutto ha una sua logica, nel bene e nel male. Va accolto e se non giustificato, almeno accolto. Senza pericolose asimmetrie che rischiano di creare “tagli” e “lesioni” sempre più profonde.

In questo lavoro troviamo uno sguardo sul mondo perché è un sincero affresco di chi non è scomparso. Qui troviamo quel vento leggero che soffia ancora e che smussa le montagne con pazienza e tenacia, con forza e leggerezza. Un disco militante insomma…
Militante sì, ma da milite ignoto, che se ci pensiamo è il soldato più famoso del mondo. Il vento non può non soffiare, così la speranza (coi suoi difetti umani) non può scomparire.

Come vedi e giudichi il panorama della musica d’autore oggi? E soprattutto, a tuo avviso, è ancora possibile oggi la musica d’autore date le condizioni della nostra società?
No. La musica d’autore è scomparsa, coi suoi portatori sani di vento di rabbia e d’amore. Si può provare a cercare di non imitare e di non imitarsi. Cominciamo a parlare di “canzoni d’arte…”, accettando una bellissima provocazione citata diversi anni fa da Enrico De Angelis (responsabile artistico del Premio Tenco)

Domanda cattiva (se vuoi, ma non è detto che lo sia…): non sarebbe stato meglio che qualcuno fosse scomparso? Se si (come spero), chi sarebbe dovuto scomparire?
A tutti noi farebbe bene un periodo di scomparsa, azzerando tutto per non dimenticare l’importanza dell’esserci. Noi siamo vivi e abbiamo fino all’ultimo giorno della nostra esistenza l’opportunità di renderci utili e di dare significato al nostro “stare”. Perché usare male il tempo che abbiamo a disposizione?


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