UN PATTO PER IL CLIMA

di Claudio Morselli

Considero di grande importanza l’appello intitolato “Un patto per il clima” lanciato dai Verdi, in occasione della loro recente Conferenza nazionale di Genova. L’ho firmato perché lo condivido totalmente, ritrovandoci le idee e i contenuti del documento costitutivo di Castiglione Alegre. Di fronte ai dati drammatici che gli scienziati di tutto il mondo quasi quotidianamente ci forniscono (proprio qualche settimana fa, su tutti i giornali, abbiamo potuto leggere che “abbiamo otto anni di tempo” per guarire la Terra!) finalmente la centralità della questione ecologica”, che è alla base di questo appello, sembra sia uscita dal ghetto dei “sognatori” per diventare parte integrante del confronto politico. E’ significativo che le prime adesioni siano venute da Mirko Lombardi, responsabile nazionale dell’ambiente di Rifondazione Comunista e da Fabio Mussi, della Sinistra Democratica. Spero ardentemente che i vari “cantieri” aperti alla sinistra del costituendo Partito Democratico lascino da parte le discussioni nominalistiche e le mosse tattiche per concentrarsi sui contenuti e sugli elementi portanti che dovrebbero essere alla base della costruzione di un nuovo soggetto politico unitario a sinistra. Questi contenuti, a mio giudizio, possono essere riassunti in una frase del documento in cui si sostiene la necessità di “modificare l’attuale modello economico e produttivo responsabile dei cambiamenti climatici” e che “ha generato nel pianeta povertà, squilibri, precarietà del lavoro, conflitti sociali e guerre”.
Ovvero, gli obiettivi di salvaguardia ambientale non possono essere disgiunti da quelli che riguardano la pace, la solidarietà e la giustizia sociale, i diritti e la dignità della persona. E’ da lì che bisogna partire, è sulla base del giudizio che esprimiamo sulla globalizzazione neoliberista e sull’attuale fase storica del capitalismo che devono emergere gli elementi di condivisione per la definizione di un percorso comune. Considero inoltre particolarmente significativa la sottolineatura del modo d’essere della “nonviolenza” come condizione indispensabile e irrinunciabile per la costruzione di un’alternativa all’attuale modello di sviluppo. Il “patto per il clima” può davvero rappresentare un passo avanti verso questo cambiamento, per avere un’idea di futuro.

APPELLO
PER LA RICONVERSIONE ECOLOGICA
DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETÀ

(Sintesi)

Siamo donne e uomini, cittadini di questo Pianeta, consapevoli che la lotta ai cambiamenti climatici deve rappresentare una priorità nell’azione politica di ogni governo e che si impongono cambiamenti negli stili di vita e politiche coraggiose se si vuole assicurare un futuro alle generazioni presenti e a quelle che verranno. Sosteniamo con forza la necessità di modificare l’attuale modello di sviluppo economico e produttivo, responsabile dei cambiamenti climatici in atto, basato sull’uso del petrolio e più in generale delle fonti fossili, su un consumo senza limit­i delle risorse naturali che hanno generato nel pianeta povertà, squilibri, precarietà del lavoro, conflitti sociali e guerre. Una nuova politica energetica deve basarsi sulle energie rinnovabili, a partire dal sole, sul risparmio e l’efficienza energetica. Tutto ciò è indispensabile per costruire una società giusta, sostenibile e senza guerre. Una tale sfida comporta anche il superamento del vecchio modo di misurare il Pil con indicatori che valutino lo sviluppo in termini di sostenibilità sociale e ambientale. Principio fondante del nostro patto è il rifiuto della brevettabilità del vivente che significa mercificazione delle risorse biotiche del Pianeta e quindi della vita. La centralità della questione ecologica in Italia significa anche realizzare una nuova politica per fermare il consumo del territorio, per affrontare il problema smog trasformatosi in emergenza sanitaria, investire prioritariamente sul trasporto pubblico su ferro, rendere più rigorosa la tutela del paesaggio del nostro Paese violentato e offeso dagli abusi ma anche dalle cementificazioni legalizzate, valorizzare la bioedilizia, investire nella prevenzione del dissesto idrogeologico, realizzare sistemi di gestione dei rifiuti imperniati sulla riduzione, il recupero la raccolta differenziata e il riciclaggio. Ci sentiamo profondamente impegnati nella tutela dei diritti degli animali e nel superamento della vivisezione. Il nostro impegno per l’acqua come bene comune è elemento strategico nell’ambito di una seria politica ecologica e dei diritti. Dobbiamo tutelare la biodiversità e tutti gli esseri viventi, favorendo un’agricoltura biologica e di qualità libera da Ogm. La democrazia va difesa da chi la vuole piegare ai propri interessi particolari, trascurando quelli generali del Paese e del Pianeta. Vogliamo che i processi politici e decisionali siano inclusivi e partecipati, trasparenti e pienamente accessibili alla comunità. Strategico in questo senso è la condivisione dei saperi, l’utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione web, promuovendo software aperti e condivisi, sottraendo questi strumenti al monopolio di pochi. Ma crediamo anche che non c’è Democrazia senza Giustizia. Le politiche ecologiste si basano sul principio di giustizia che richiede una distribuzione equa dei beni sociali che, a sua volta, esige una grande attenzione ai più deboli. Giustizia ambientale e sociale, giustizia tra i generi e giustizia globale sono tutte legate tra loro. Le povertà sociali e l’equità sono strettamente connesse alla diseguale distribuzione delle risorse e agli effetti dei mutamenti climatici. I poveri e i paesi meno sviluppati subiscono prima di tutti ed in modo crescente le conseguenze dei mutamenti climatici, causati da una crescita iniqua e insostenibile. È quindi necessaria una riforma degli organismi sovranazionali per realizzare una governance del pianeta che gararantisca il diritto alla vita, sradichi la povertà , tuteli i beni comuni e contrasti i cambiamenti climatici. La diversità è una ricchezza su cui sono cresciute civiltà, società e culture. La diversità costituisce una salvaguardia contro l’intolleranza, l’estremismo, il totalitarismo e i proibizionismi. La tutela della diversità richiede quindi un riconoscimento ed ecco perché riteniamo fondante nel nostro patto di azione l’impegno sui diritti civili. Ci sentiamo profondamente impegnati a far rispettare nel mondo i diritti umani, a sostenere l’abolizione della pena di morte e a riconoscere il diritto alla tutela dell’ambiente tra i diritti fondamentali dell’individuo. La nonviolenza è nel nostro modo di essere e costituisce una parte fondamentale dell’azione ecologista sin dalla nascita del movimento ambientalista e dei Verdi. Nessuna soluzione a un conflitto tra individui, gruppi sociali o stati può essere imposta con la violenza. La violenza - di cui la guerra è l’espressione massima - va condannata e contrastata in tutte le sue forme ed è antitetica alla rivoluzione ecologica indispensabile per salvare il nostro Pianeta. Diamo un futuro ai giovani e costruiamo nuove opportunità di occupazione in una riconversione ecologica dell’economia e un mondo del lavoro e dell’impresa che investa nelle nuove tecnologie, nei saperi, nella ricerca e nelle professioni che potranno aiutarci a salvare il mondo. Dobbiamo restituire ai giovani la capacità di progettare e costruire il proprio futuro.
Proponiamo un patto per il clima perché in Italia c’è bisogno di una vasta, ricca, influente area politica ecologista, pacifista, nonviolenta, autonoma e innovatrice, che porti nel 2008 ad un grande appuntamento per costruire un’Alleanza in grado di affrontare la grande sfida posta a tutta l’umanità e all’intero pianeta dal cambiamento climatico in corso, una sfida di fronte alla quale siamo tutti chiamati a dare il meglio di noi.

Il testo integrale dell’appello è disponibile all’indirizzo www.pattoperilclima.com