I CONSIGLIATI DI PEGASO

di Luca Morselli / hankvoice@hotmail.com


Uliwood Party
Marco Travaglio
Garzanti
euro 17

Il berlusconismo è sopravvissuto alla sconfitta elettorale di Berlusconi. È diventato un modus operandi collettivo ed unitario della casta partitocratrica blindata. L’atteggiamento generale dei nostri dipendenti, che avrebbero dovuto attuare una reale e radicale alternativa al malgoverno di cinque anni dei berluscones, mantengono una totale continuità di operato e di intenti con chi li ha preceduti. Da un anno, gli “eletti” del centrosinistra tradiscono sistematicamente le promesse, gli impegni e il programma elettorale per cui la metà degli italiani più 25mila li ha votati. Uliwood party raccoglie tutti gli articoli dell’ultimo anno apparsi nella rubrica Bananas che Marco Travaglio tiene sull’”Unità”. Il ritmo quotidiano, leggendo i vari pezzi a distanza di tempo e tutti insieme, danno l’idea di come il voto non abbia portato a niente, delinea un quadro più generale e a lungo termine della legislatura il cui programma di cambiamento sia quello di con cambiare niente, ed emerge, irresistibile, la tesi di fondo di una sostanziale identità di tutta la casta blindata. Lo stile, più graffiante, ironico e satirico delle altre opere di Travaglio, permette di non soccombere alla presa di coscienza della vittoria del regime berlusconiano. Nessuna delle leggi-vergogna ad personam è stata abolita: la Cirami, la ex Cirielli, che abbreviando i termini di prescrizione dei processi penali ha evitato le condanne a Previti e Berlusconi per il processo Sme-Ariosto, la depenalizzazione del falso in bilancio, la riforma della giustizia Castelli, la Gasparri sulle tv, etc. Se vince il Cavaliere Bellachioma le leggi se le fa lui, se perde, invece, ci pensa l’Unione; la quale, naturalmente, non vuole essere da meno e ha velocemente emendato l’indulto che comprende tutti i reati finanziari e di corruzione, salvando così dalla galera i vari Previti, Geronzi, Gnutti, Consorte, Fiorani, Tanzi, Cragnotti. Senza dimenticare il recentissimo Decreto di Legge di Clementone Mastella sulle intercettazioni telefoniche, che impedisce di fatto la loro pubblicazione fino al termine del processo (quelli penali in Italia durano anche fino a 15 anni). Se tale legge fosse stata emendata più di due anni fa, Fazio, Fiorani, Moggi&company sarebbero ancora al loro posto, a truccare scalate bancarie e campionati. Ogni qual volta la Casta viene anche solo scalfita da possibili scandali, abbiano essi o meno rilevanza penale, subito si chiude a riccio e si difende tramite leggi ad personam. Indipendentemente da chi stia al governo. Accanto, va da sé, alla reiterata occupazione partitica della Rai, alla mancata legge sul conflitto d’interessi che la sinistra dice di voler fare ormai da 10 anni e il costante attacco denigratorio alla magistratura, in barba ai più fondamentali principi democratici di separazione e indipendenza dei poteri. Semplicemente, non è cambiato nulla. La cronaca regala ogni giorno un motivo in più per pentirsi di non aver votato scheda bianca. Il passaggio di governo e legislatura mantiene tutti i suoi inciuci e inezze, fra condannati e pregiudicati in Parlamento, invasione partitocratrica di ogni spazio e fondo pubblico, libertà totale alle ingerenze clericali e un posto fisso e frequente nelle comode poltrone ovattate di Bruno Vespa. Il quadro è inquietante, la sfiducia verso la politica totale. Bisogna resettare, ricominciare da capo, cacciarli tutti. Un piccolo, terrificante, squarcio di informazione su cosa (non)succede di nuovo e sul perché, l’Italia, non è affatto una democrazia.


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