LEZIONI DI BOXE

di Luca Cremonesi

Presentazione
Questa riflessione nasce dalla lettura di Achille Bonito Oliva (Lezioni di Boxe, Luca Sossella Editore 2005, disponibile in Biblioteca a Castiglione D/S). In questo scritto l’autore, teorico della trans-avanguardia, discute un’interessante tesi estetica (merce ormai rara in chi tratta d’arte) che merita attenzione soprattutto alla luce dei recenti fatti. La tesi di Bonito Oliva è la seguente: l’evento, oggi, è la forma della relazione con il mondo e il modo di guardare un’opera d’arte. Nell’epoca contemporanea, in altre parole, solo l’evento incontra i gusti del pubblico. Per creare un evento (festa, mostra, sfilata, inaugurazione ecc..), scrive Bonito Oliva, che deve durare, per essere tale, un tempo limitato e scuotere, contemporaneamente, la nostra attenzione, servono grandi capitali da investire nell’arte. Questa è la tesi di Bonito Oliva sulla quale mi sono soffermato per ri-pensare quanto è accaduto il mese scorso.

Primo Round
La morte del Papa mi ha coinvolto in prima persona per un motivo: questo Papa, ai miei occhi, era immortale. Sono cresciuto, infatti, sotto il suo pontificato. C’era così un’apparente immortalità che caratterizzava la persona del Papa – figura lontana da me e dal mio modo di leggere il mondo – che di colpo è venuta meno quando è sopraggiunta la sua morte. Banalmente si potrebbe riassumere la cosa in questo modo: anche lui, in quanto uomo, muore come tutti gli altri. Ma questo fatto, almeno fino al 2 aprile, era per me impensabile. Il senso d’immortalità che possedeva – credo sia di difficile comprensione per chi ha visto tre o quattro Papi nella sua vita – ha trasformato questa morte in un piccolo evento. L’evento, dunque, ha a che fare con un senso d’impossibilità che attraversa le cose (è impossibile che accada questo fatto…). Quando, pertanto, qualcosa di non previsto, e perciò impossibile, accade, ecco che si verifica un’evento. Le immagini dell’aereo (soprattutto il secondo) che trafigge una delle due torri del WTC, sono un esempio di quanto affermato. Posso dire di aver assistito ad alcuni grandi eventi – fatti cioè impossibili – nella mia vita: il crollo del muro di Berlino, l’11/09, la rielezione di Bush, la morte del Papa, Tangentopoli, la vittoria di Berlusconi nel ‘94, Maradona, lo Tsunami, il ciclo del Milan di Sacchi.

Sesto Round
Esiste, però, un’altra categoria di eventi che si verificano solo nell’epoca contemporanea: sono gli eventi mediatici. Fatti in sé importanti, che sono gettati in pasto agli spettatori solo per essere consumati. Sono dei banchetti, dei veri e propri cataring mediatici allestiti da una ditta (la società contemporanea su nostra commissione) con tutto il necessario per incontrare il gradimento del pubblico. Ogni attività specializzata in cataring è, infatti, sempre attenta ai dettagli e cura tutta la messa in scena: tavoli, posate, fiori, tovaglie, bicchieri… in modo che gli invitati siano a loro agio e consumino tutto quello che c’è da consumare. Il funerale del Papa è stato un enorme cataring mediatico.

Dodicesimo e ultimo Round
Bonito Oliva afferma che l’11/09, da un punto di vista estetico, è stato un grande evento, forse il primo dell’epoca contemporanea, che ha funzionato come doveva funzionare: grande dispendio di energie, grandi capitali coinvolti, effetto choc, immediatezza, impatto visivo, pubblico delle grandi occasioni, diffusione mondiale e – fatto mai disperzzato dall’arte di massa – fruibilità e leggibilità universale. Allo stesso modo la morte del Papa, momento di profonda riflessione per un credente – che i media dovevano rispettare e non violentare – è stata l’occasione per mettere in scena una performance mediatica (un evento mediatico) che in sé non serviva a nessuno. Non la volevano i credenti, che avrebbero in ogni caso manifestato il loro affetto e la loro fede; non vi erano interessati i non-credenti, che continuano a non esserlo e, anzi, hanno un motivo in più per rafforzare le loro posizioni. A chi, dunque, serviva questo evento? A nessuno. Proprio come l’arte. È soprattutto nell’epoca contemporanea che la rincorsa al grande evento (e, di conseguenza, ai grandi capitali) è uno dei modi d’essere dell’arte nella contemporaneità. La riflessione estetica di Bonito Oliva (perché non si tratta di un giudizio) mostra chiaramente come siamo noi che ricerchiamo e vogliamo questo dall’arte: l’evento, il grande evento (non si spiegherebbe, altrimenti, il successo della mostra di Monet a Brescia). La stessa cosa accade con gli eventi mediatici. Lunedì i pellegrini diretti a Roma erano 1 milione, martedì 2 milioni, mercoledì 3 milioni + 1 milione di polacchi, giovedì un po’ meno (perché la protezione civile ha detto che Roma rischiava il collasso). Si è cercato e creato l’effetto ciliegia (una tira l’altra) e tutti, vedendo le immagini, partivano per Roma… Nessuno ha pensato che a Roma non c’era tutto il mondo, tutta l’Italia o tutta la Polonia. Non era necessario partire da Bolzano per andare all’EUR a guardare un maxischermo… le stesse immagini erano trasmesse in diretta su 7 reti televisive. A Roma, infatti, non c’erano tutti: 1 milione, forse 2, magari 3, facciamo pure 6, + 12 milioni davanti alla tv. Ma l’Italia ha 60 milioni di abitanti. C’era una minoranza, come alla festa scudetto della Roma (1,5 milioni di persone al Circo Massimo), come al concerto degli U2, come in piazza con Cofferati… eventi, non supermercati mediatici. Questo funerale, preparato dalla vicenda Terry Schiavo (una donna-vegetale da 15 anni a cui è stata staccata la spina… per la Fallaci non si doveva fare, ma è comprensibile e umano il perchè), organizzato per esser venduto, è stato un evento mediatico, che entrerà (forse), come una delle migliori performance, nei libri di storia dell’arte mediatica. Il protagonista, invece, (non i comprimari!) entrerà (nel bene o nel male) anche nei libri della storia.

Nell’area download, è possibile scaricare la versione integrale del testo.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>