IL SEGNO INFOCATO

di Nadia Zambelli

Ancora una volta la Torre Civica del Comune di Medole utilizza lo splendido spazio espositivo per accogliere le opere di un interessante artista. Il protagonista di questa mostra è Ferdinando Capisani, pittore di origine mantovana che espone il frutto degli ultimi anni di lavoro, dal 2003 fino ai primi mesi di questo anno. L’artista, che precedentemente si era interessato a tematiche prettamente naturalistiche, come la figura umana e i paesaggi, ora propone dipinti astratti, esperimenti dati dalla combinazione di svariate tecniche grafiche, che però mantengono, in alcuni particolari disegnativi (foglie e fili d’erba) come nell’uso di colori terrosi e vegetali, qualche richiamo al mondo naturale. In esposizione troviamo, infatti, stampe, collage, decoupage e frottage realizzati con tanti tipi di materiali pittorici, come matite, colori, veline fotografiche applicati a tessuti o tele. A queste si alternano quelle opere che danno il nome Il segno infocato alla mostra, costituite prevalentemente da materiali derivati dalla plastica (cellophane, acetati e plexiglas) che vengono bruciati, strappati e poi applicati al supporto. Sono a tutti gli effetti dipinti polimaterici che, fin dal primo sguardo, richiamano formalmente importanti artisti e avanguardie del secondo Novecento. Sicuramente il movimento dei colori e delle linee sulle tele di Capisani ripropongono esteticamente i grafismi di Hans Hartung o di Georges Mathieu, precursori dell’Informale, insieme alle pennellate (materializzazione di un gesto però molto più violento) di Franz Kline, esponente dell’Espressionismo Astratto americano. Mentre, la plastica, bruciata e sovrapposta a strati, ricorda Alberto Burri e le sue Combustioni realizzate a partire dal ’57 con cui il famoso artista cerca di portare all’estreme conseguenze il concetto di sostituzione della realtà dipinta con la realtà della materia. In questo percorso artistico che si sviluppa nei due piani della Torre Civica Capisani ci propone infine un’altra sua ricerca pittorica. In alcune opere l’artista cerca, infatti, di superare il concetto di dipinto inteso come semplice pittura su tela dove il telaio è solo un supporto nascosto e quindi privo di importanza artistica. La tela viene qui integralmente sostituita da materiali plastici lavorati con la fiamma ossidrica oppure da tessuti variamente drappeggiati. In questo modo il telaio diventa visibile e quindi anche lui protagonista dell’opera pittorica.


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