IL CENTRO PER LA NONVIOLENZA DI BRESCIA

di Flavio Marcolini

Se gli eserciti lavorano nel mondo 24 ore al giorno per le guerre, c’è qualcuno che ha scelto da trent’anni di lavorare almeno qualche ora al giorno per la pace. Sono gli amici e i compagni del Centro per la Nonviolenza di Brescia, una realtà che dal lontano 1976 nella sede di via Milano 65 crea e organizza quotidianamente attività e iniziative per l’affermazione del diritto di tutte e di tutti gli abitanti del pianeta a vivere felici. Due piani, 400 metri quadrati, dieci piccole grandi stanze di vita quotidiana, un’aula magna, una biblioteca, una trentina di posti-letto, una cucina rigorosamente vegetariana, due associazioni nazionali come gestori (il Movimento nonviolento e il Movimento internazionale per la riconciliazione) e centinaia di volontari che in questi anni ne hanno animato le possenti mura. Dalle lotte per l’obiezione di coscienza (al servizio e alle spese militari) alle campagne per il disarmo unilaterale alla difesa della salute dell’ambiente e dei cittadini, dalla opposizione contro gli insediamenti militari e le industrie belliche che violentano il territorio alla diffusione dell’educazione alla pace, il Centro si pone come il propulsore di esperienze variegate che hanno in comune proprio la nonviolenza. Impossibile raccontarle tutte in poche righe. Più importante tracciare invece l’identikit della gente che lo anima. Gente che non se la tira più di tanto. Ha compulsato in lungo e in largo gli scritti e le azioni di Gandhi, Capitini, don Milani, Lanza del Vasto, Danilo Dolci, Martin Luther King, Simone Weil e una barca di altre donne e uomini di buona volontà. Passa in via Milano a dissetare la propria sete di conoscenza, condivisione e mitezza a tutte le ore del giorno e della notte improvvisando discussioni, organizzando incontri, allestendo happening. Scrive, legge, studia, cucina, tesse, costruisce frammenti di un mondo liberato dalle oppressioni. Ospita le riunioni di associazioni umanitarie, ecologiste e libertarie, ma anche le ossa stanche di turisti solidali e vagabondi educati. Occupa le strade e le piazze contro le guerre, scrive giornali fitti fitti di “cose e non parole” sotto la testata Informati e partecipa, disobbedisce pubblicamente alle leggi ingiuste che promuovono il riarmo e nuocciono alla salute, subisce per questo processi nei quali viene sistematicamente assolto. Forse non ne incontrate spesso di gente così, ma se a voi di Castiglione dice ancora qualcosa il nome di Giorgio Bettini, una delle menti migliori della sua generazione, sappiate che trascorse i suoi vent’anni per venti mesi qui dentro a illuminare il mondo nel periodo fresco e entusiasmante del suo servizio civile.
Insomma, quella del Centro per la nonviolenza è gente da conoscere, magari telefonandole allo 030 317474 oppure scrivendo una e-mail a mir.brescia@libero.it.

Fiore all’occhiello del Centro è la sterminata biblioteca, dotata di un patrimonio librario di oltre 3.500 volumi in consultazione e in prestito, di una quarantina di riviste in abbonamento gratuito e di circa 75.000 documenti. La biblioteca ospita anche una piccola sezione che comprende mostre iconografiche e documentarie, audiovisivi, con diapositive e video. Il Centro effettua servizio di consultazione e prestito, consulenze a laureandi e studiosi di tutto il mondo, organizza incontri e convegni di approfondimento, ponendosi come punto di aggregazione e animazione culturale sul territorio del Nord Italia.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>