I DISCHI DELLA CIVETTA

di Giovanni Caiola / underdog1982@libero.it

Le presentazioni innanzitutto: Cinzia Barone alla voce e al basso, Lorenzo Bertolini alla chitarra e Gianni Bertolini alla batteria sono i Naked Lunch. Nel 2004 hanno pubblicato il disco d’esordio (autoprodotto e registrato negli ultimi mesi dell’anno precedente) Trials And Errors, un disco che ha finalmente dato concretezza ad un lungo apprendistato di deliranti esibizioni dal vivo. Già, deliranti – avete letto proprio bene – difatti quando si assiste ad un loro concerto non si può mai sapere in anticipo quel che toccherà vedere ed ascoltare (personalmente lo trovo un punto a loro favore, non essendo mai stato molto eccitato dai concerti minuziosamente programmati e levigati nota per nota). Chi non avesse ancora avuto, quindi, occasione di sentirli dal vivo e si approntasse ad ascoltare il cd (del quale esistono due versioni, con diversa copertina ma identico contenuto musicale) sappia che la differenza d’impatto è notevole. Le sonorità del disco appaiono in certi casi troppo poco curate, fatto che paradossalmente non aiuta le poderose deflagrazioni che alimentano i brani (quelle deflagrazioni che dal vivo mettono a dura prova i timpani degli spettatori): la batteria sovente risuona “legnosa” e gli intrecci di chitarra e basso si perdono in un indistinguibile magma di suoni. Però, al di là di questi particolari tecnici (importanti sì, ma non si può dimenticare che stiamo parlando di un debutto autoprodotto: ascoltatevi le primissime cose registrate dai Minor Threat e non ci troverete certo saggi di tecnica di registrazione), alcune canzoni non sono niente male. Ma mi rendo conto solo adesso (dannata sbadataggine!) di non aver detto ancora nulla della musica suonata dai Nostri Eroi: all’incirca un incrocio fra post-hardcore-punk e post-rock. Per i non convertiti al Verbo delle Categorie Musicali dico che vi ritrovate d’innanzi a concise e sferraglianti cavalcate elettriche sostenute da ritmi velocissimi e spruzzate di voce istericamente indolente, al tutto aggiungete una buona dose di ritornelli a presa rapida e ci siete. Ora che l’arcano è chiarito torniamo alle canzoni: le migliori sono l’iniziale e tiratissima All That I Get, l’urticante ma contagiosa First Queen’s Blues, la Don’t Forget che instilla dolcezza in chi ascolta, quella “filastrocca” debitamente violentata da chitarra e batteria che risponde al titolo di Urban Sprawl e lo strumentale conclusivo Lisp tutto spasmi e contrazioni. L’altra metà del programma (dieci infatti sono i brani del disco) è genericamente inferiore, soprattutto perché in alcuni casi le canzoni tendono troppo a somigliarsi. Disco quindi che non può certamente esser rubricato come indispensabile, ma che in ogni caso mostra le buone capacità compositive dei Naked Lunch, capacità che mi auguro non possano che crescere col tempo. A questo proposito ho saputo da fonti certe che è imminente la registrazione di un nuovo disco e, se (Jack Torrance docet) il mattino ha l’oro in bocca, il pomeriggio potrebbe riservarci molte gemme preziose!

Contatti: Lorenzo 348 0907201- Cinzia 340 8250917.


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