GORAŽDE: AREA PROTETTA

di Emanuele Gabella

Joe Sacco nasce nel ’60 a Malta, si forma da giornalista negli USA, presso l’Università dell’Oregon. Tra il ’91 e il ’92 ha visitato più volte la Palestina, viaggi che si sono poi tradotti nell’albo Palestina per il quale ha vinto l’American book award nel ’96. Sacco non è un fumettista purosangue, ma un efficacissimo incrocio fra un giornalista e un disegnatore. I suoi migliori lavori, Gorazde: Area protetta e Palestina, sono, infatti, dei veri e propri lavori di giornalismo a fumetti. Gorazde: Area protetta (Mondadori nella collana Strade Blu) è il frutto di una serie di viaggi che l’autore ha compiuto tra il ’95 e il ’96 nella città di Gorazde. I disegni di Sacco sono estremamente dettagliati, nelle ambientazioni – disegnate con una profondità e un dettaglio degni di una fotografia – nel chiaroscuro – riprodotto attraverso fitti reticoli di tratti sottilissimi – e nei ritratti, con una particolare attenzione all’enfasi delle espressioni facciali. Grazie a questa premura l’intero impianto espressivo è estremamente efficace e riesce già al primo colpo d’occhio a trasmettere tutto ciò che le didascalie e i dialoghi – entrambi molto voluminosi – non riuscirebbero a comunicare. Memorabile la sequenza del viaggio di Edin, l’abitante dell’enclave più seguito da Sacco, attraverso il territorio serbo da Gorazde a Grebak, per procurarsi del cibo. In questa sequenza il chiaroscuro è volutamente opprimente, un reticolo fittissimo, quasi coprente, dove didascalie sono ridotte al minimo e i volti dei bosniaci sono contorti dal dolore e dalla fatica. Il risultato è di un’efficacia straordinaria e ci si può fare un’idea della desolazione, dell’oppressione e del dolore provato da questi uomini. La struttura della narrazione è completamente basata sul racconto corale dell’autore e degli abitanti dell’enclave che, intervistati, raccontano le loro storie personali, le loro paure, i loro desideri e le loro speranze. Questo l’obiettivo di Sacco: mostrarci il lato umano della guerra che troppo spesso viene ridotta a una conta asettica dei morti e dei feriti, all’esibizionismo del “che grossi cannoni che abbiamo” e al discorso di un qualche generale o politico. La prova è l’attenzione che Sacco dedica ad alcuni abitanti dell’enclave: Edin – il protagonista – un laureando in ingegneria costretto a fare il soldato, un insegnante di matematica e Riki, un soldato bosniaco con una passione smodata per la musica e per gli USA. Di questa attenzione per il lato umano è caratterizzato anche l’epilogo dell’albo che mostra i “personaggi” del fumetto che riprendono in mano le loro vite andandosene da Gorazde alla volta di Sarajevo. Di Joe Sacco segnaliamo anche l’ultimo lavoro But I like it (per ora solo in inglese) che si concentra sul mondo della musica, in particolare sul suo viaggio con il gruppo punk dei Miracle Workers. Per restare in ambito “jugoslavo” segnalo anche Aleksandar Zograf, serbo, autore del magnifico Psiconauta.


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