I CONSIGLIATI DI PEGASO

di Luca Morselli / hankvoice@hotmail.com


LE PARTICELLE ELEMENTARI
Michel Houellebecq
Tascabili Bompiani
euro 8,50

Michel Houellebecq è un genio. Talento letterario e narrativo, una cultura smisurata, un pensiero di fondo disperato e cinico, riversato con tremenda ironia in ogni sua opera. Le particelle elementari, romanzo del 1999, parla di due fratellastri, Michel e Bruno, accomunati dall’abbandono della stessa madre e dal disinteresse dei rispettivi padri, cresciuti fra nonne paterne e collegi, uniti in una nausea esistenziale che configura tutti i personaggi di Houellebecq. Bruno è un insegnante di lettere, svogliato, cinico, solitario e disperato, incapace di amare, tessere relazioni, raggiungere obbiettivi; vive un rapporto angoscioso, malato e morboso col sesso, che lo porterà ad una ricerca sempre più ossessiva e disperata: fra centri estivi New Age che accolgono vecchi hippy e dove si pratica il sesso libero, naturale e indiscriminato e frequentazioni regolari di prostitute, fino alla perdita del lavoro e al definitivo ricovero in clinica. Michel è uno scienziato, biologo di fama internazionale, le cui ricerche su neuroni, sinapsi e mitocondri gli permetteranno di schermare il processo dell’embriogenesi, con la possibilità di riprodurre i geni di una persona a partire dalle particelle elementari del suo DNA, cioè alla clonazione umana. I suoi studi, a distanza di mezzo secolo e dopo la sua morte verranno applicati, creando una società umana perfetta, composta di persone immortali e felici. Michel, a cominciare dal nome, è il ricalco dell’autore, laureato in agraria e con studi scientifici alle spalle, abbandonato dai genitori e educato dalla nonna, misantropo, cinico e depresso. Michel personaggio è impermeabile ad ogni forma di emotività, gioia o dolore, succube di una asettica razionalità che legge il mondo solo nel suo necessario e determinato evolversi, giunto, ai nostri giorni, alla sua più acuta fase di decadenza di intelletti, fedi e costumi. Houellebecq riprende l’esistenzialismo radicale della noia, dell’ineluttabilità degli eventi e degli atti gratuiti in risposta all’assurdità e alla mancanza di senso dell’esistenza visto in Estensione del dominio della lotta; un Camus digitale di fine millennio, che attraverso la vita dei due personaggi, incarnata in Francia fra gli anni ’50 e oggi, rilegge il declino della società occidentale: il mito dell’individualismo, dell’uomo forte ed egoista che può ottenere tutto, l’ideologia imperante del consumo che ha conquistato ogni spazio di comunicazione e relazione, l’artificiale costruzione di desideri sempre nuovi e sempre più esclusivi, la perdita di ogni forma di comunità. Una critica totale, meglio, un rifiuto totale della modernità e delle sue strutture: la presa di coscienza dell’impossibilità di una soluzione, l’abbandono delle illusioni di desiderio e felicità. Da qui il ricorso alla scienza, che non provoca passioni e non porta alla felicità, ma permette di descrivere e analizzare, in modo cinico e distaccato, i meccanismi e i fenomeni del mondo. Un pessimismo ontologico che spinge ad interrogarsi incessantemente su ogni nostro costume, passione, tradizione, struttura politica e forma di sapere. Una lettura “fisica”, pesante e brutale, un pugno nello stomaco, un disincantato e atroce attacco all’ottimismo della ragione e della volontà.


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