SULL’EGUAGLIANZA DEGLI UOMINI

di Luigi Chesini

Nel ciclo di quest’anno di Mosaicoscienze era presente il professor Alberto Piazza, collaboratore di Luca Luigi Cavalli Sforza e co-autore della monumentale opera “Storia e geografia dei geni umani”, il quale, da vero scienziato, ha tentato di farci districare tra difficili concetti di genetica di popolazioni. Una recente ricerca di Piazza ha indagato l’origine dei toscani. Dati ricavati da donne e bovini, che accompagnano le migrazioni, in questo caso la mitica razza chianina, affermano che la patria di provenienza degli etruschi è stata una zona attorno alla Siria, Palestina e Giordania; una sorta di Eurabia arcaica nella quale è iniziata la nostra evoluzione culturale (chissà come sarebbe stata contenta Oriana Fallaci, fiorentina DOC). Non è mia intenzione soffermarmi sul problema della multiculturalità, cioè sulle differenze ma su ciò che unisce gli esseri umani, tutti gli esseri umani, ossia il linguaggio. È utile ribadire che l’uso di questo strumento è una delle caratteristiche che definiscono la nostra specie, e che ne ha determinato in maniera profonda l’evoluzione. Si può parlare della fondazione del linguaggio come istituto “sociale” (da Saussure a Wittgenstein), quanto della sua possibile origine (biologica evoluzionistica e biosemiotica), discutere sulla radicale differenza tra le lingue storiche sviluppate, in diverse zone del tempo e dello spazio, dall’umanità ed il linguaggio come istituto (Saussure ecc.) o come facoltà generale (Chomsky). La distinzione tra lingua (anzi, meglio, “lingue”) e linguaggio è, in effetti, davvero fondamentale. È banale dire che ogni uomo è in potenza in grado di parlare qualsiasi lingua. La babele attuale è stata prodotta solo da cause contingenti e da isolamento, che ha senza dubbio portato a una differenziazione di alcune caratteristiche fisiche, anche molto evidenti. Nessuno scambierebbe uno svedese con un pigmeo ma non dimentichiamo che ogni essere umano è, in condizioni fisiche normali, interfecondo e, anzi, già Darwin registrava il cosiddetto “lussureggiamento degli ibridi”. Oggi possiamo capire quanto le popolazioni si siano differenziate da un punto di vista biologico, mentre per la parte linguistica la ricostruzione delle origini è più difficile, perché i cambiamenti in questo caso seguono regole in parte analoghe a quelle dell’evoluzione genetica ma più rapide, simili a quelle di un’infezione batterica o virale. Si sovrappongono inoltre meccanismi di tipo lamarckiano, ossia sono trasmessi i caratteri acquisiti durante la vita, come la lingua imparata a scuola o dai genitori. Inoltre un idioma può essere imposto e far scomparire il precedente, al limite in una generazione. In Irlanda, durante l’occupazione inglese, si affermava che il gaelico poteva essere usato solo attorno al focolare. L’inglese come lingua comune era (ed è?) considerato fondamentale per il mantenimento dell’unità imperiale.


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