I CONSIGLIATI DI PEGASO

di Luca Cremonesi


Il ballo degli invisibili
Silvano Agosti
Edizioni L’immagine
euro 15,00

Lettere dalla Kirghisia fu un vero successo se pensiamo che si trattava di un volume auto-prodotto: furono stampate due (forse tre) edizioni e l’accoglienza su riviste e sui media, quali radio e tv, fu ottima. Fabio Volo conversò a più riprese con Silvano Agosti, autore del volume, e le interviste le potete trovare nell’area download (file Intervista Silvano Agosti). Dopo due anni ecco apparire nelle librerie Il ballo degli invisibili (edizioni l’immagine, www.silvanoagosti.com, 15 euro) il nuovo testo di Silvano Agosti, regista, saggista e poeta. Sin da subito, data la caratura dell’autore, si deve essere chiari e onesti: questo testo non ha la potenza del precedente, ma ne conserva l’impostazione. La forza di Lettere dalla Kirghisia era nella brevità e nell’incisività con la quale Agosti trattava e declinava i suoi argomenti: l’affrancamento dal mondo del lavoro, l’ambiente, la vita in comunità e la capacità di riappropriarci del nostro tempo. Anche in questo volume Agosti non è mai banale, ma il testo, a nostro avviso, è troppo lungo. I novantadue brevi romanzi che danno corpo a questo lavoro sono piccole perle con un ottimo ritmo narrativo, ma si rischia di perdere il filo del discorso a causa di alcune parti non perfettamente riuscite. A onor del vero si tratta al massimo di sette/otto racconti, non di più. È solo una questione di ritmo più che di contenuto. Il testo, infatti, come accadeva nel precedente, è una summa del pensiero di Silvano Agosti. Anche in questo caso le idee del regista sono accompagnate da un ricco campionario umano che fa da corollario all’apparato teorico, mai un’ortodossia sin ben chiaro, ma solo una potente ed interessante visione del mondo. Dopo avercelo fatto vedere al cinema (consiglio a tutti di rivedere Matti da slegare, pubblicato in dvd, e acquistabile sul sito del regista), Agosti ci descrive il mondo di chi quotidianamente vive (o subisce) la possibilità di uno stile diverso di vita. Spesso si tratta di uomini e donne ai margini, in altri casi di persone sole (perché si è ontologicamente soli quando si è liberi), spesso di persone sorridenti e in altri casi di un’umanità che vuole solo qualcuno che ne ascolti la storia. Altra idea portante del presente volume, che restava però in sordina nel precedente, è l’intensità con cui Agosti dichiara il suo amore per il prossimo. Lontano dal porgi l’altra guancia di cristiana memoria – ma non del tutto privo di questo retrogusto – l’amore per l’altro è passione per l’incontro dell’altra persona. In tempi terribili e tragici dove l’altro è sempre un potenziale nemico, Agosti afferma la necessità di incontrare l’altro come ingrediente indispensabile per meglio affrontare la nostra vita quotidiana. Il romanzo breve Scarpe vecchie, cuore nuovo narra di alcuni operai ospitatati in casa dopo un primo Maggio a Roma. A uno di questi Agosti, nel cuore della notte, chiese: “Siete Operai?” e questi rispose: “Non siamo operai, soggiunge con la sua parlata sarda, siamo esseri umani costretti a fare gli operai”. “Poi mi addormento, fiero di aver accanto a me un essere umano”. Forse non sarà gran letteratura – anche se Agosti è stato candidato al Premio Strega nel 2003 – ma di certo i suoi scritti, come il suo cinema, fa e dà da pensare in quest’epoca fatta di casi letterari, e cinematografici, costruiti a tavolino per farci pensare solo ciò che è stato già pensato da altri. Buona lettura.


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