DONNE A MEDOLE

di Paolo Capelletti

Una serata a teatro. Lo scorso 3 marzo la pro-loco di Medole, in vista della celebrazione dell’8 marzo, che offriva l’occasione per dedicarsi e dedicare qualche istante alla Donna, alle donne, invitando i cittadini, medolesi e non, a godere della recitazione di testi scelti accompagnati dalle melodie di un pianoforte. Sul palco del Teatro Comunale di Medole si alternavano e si rispondevano le voci di Ilaria Feole e di Alessandro De Silvestri, le emozioni erano sottolineate dall’esecuzione al piano di Alberto Tagliapietra. La donna, l’essere più indispensabile alla vita degli uomini e che, come nessun altro, sa rendere loro la vita impossibile, è stata la protagonista delle parole raccontate dal palco, fosse essa soggetto o oggetto di esse. Autori classici e contemporanei abilmente raggruppati per parlare, nell’ordine, della donna di ieri, della donna che mira all’emancipazione, infine di quella odierna; da Dante a Virginia Woolf, da Baudelaire a Lee Masters, passando per Goldoni, Flaubert, De André e la Littizzetto, ebbene sì. Madri, amanti, giovani e sognanti o mature e disilluse, preoccupate dallo sfiorimento dell’avvenenza o desiderose di affermarsi, finalmente. Tra momenti impegnati e letterariamente intensi la serata regala alcune gustose chicche tratte dalle pubblicità di riviste dei primi anni del Novecento, che narrano di come si cominciasse a proporre miracolosi rimedi estetici per colei che si reputasse imperfetta. Poiché anche l’occhio vuole la sua parte, alle spalle del terzetto di interpreti si alternano le proiezioni di opere d’arte dai soggetti femminili, ovviamente. Lo spettacolo scorre lievemente per più di un’ora dal palcoscenico, suscitando un lungo momento di piacevoli sensazioni al pubblico, purtroppo scarsamente numeroso, e rinverdendo il gusto di letture passate o lasciando in bocca il desiderio di future scoperte dal sapore solo suggerito; le arie musicali suggestive colorano l’atmosfera e ci si trova ad applaudire per l’ultima volta nella serata con un filo di rimpianto, nell’attesa che una prossima occasione si presenti tempestiva.


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