Maurizio Lui

di Eliseo Barbàra

“SONO STATO PROLIFICATO IN CAMERA OSCURA”
Al Centro Commerciale Benaco di Castiglione delle Stiviere si è da poco conclusa una piccola e interessante mostra fotografica che racchiudeva parte della lunga carriera di Maurizio Lui, la parte prettamente più personale. Nato a Suzzara nel 1935 si è trasferito a Castiglione nell’aprile del 1972 aprendo un negozio e un laboratorio fotografico in via Europa. Erano anni di forte crescita per la cittadina mantovana e il lavoro certo non mancava per un fotografo che, nel poco tempo libero, amava e ama tuttora sganciarsi dalla professione per cogliere immagini che sentisse totalmente sue e che dovessero rappresentare la sua visione della realtà che più gli era vicina. Lo sguardo di Lui, lo sguardo di un professionista fotoamatore, si è spesso soffermato su scene di ordinaria quotidianità dove con pazienza e, comunque, con istinto si riesce a scorgere la difficile volontà di concentrare anche con uno o pochi scatti fotografici dei significati e, se possibile, dei simboli emblematici all’interno di un episodio o di una narrazione per immagini. Sulla Civetta di marzo è stata pubblicata una fotografia in bianco e nero di Maurizio Lui: una donna anziana di spalle, in mezzo alla strada, fatica a trasportare una vecchia bicicletta carica all’inverosimile di cartoni usati di ogni genere e di ogni dimensione, si dirige verso la modernità secondo le parole del fotografo. Una modernità resa da uno scorcio di incrocio urbano, il suo lavoro e la sua frenesia, così in contraddizione con la pesantezza, la lentezza e la “pazzia” di una donna. Il bellissimo luogo comune del “matto del paese” è caro a Lui come a tanti suoi concittadini e come a diversi cittadini di paesi e città, chissà perché c’è sempre un “matto del paese”! E che importanza ha chiederselo? Importa fino a un certo punto anche se il nome del matto sia Giorgina, la Nodari, Jerry o altro, egli c’è e, suo malgrado, nel bene e nel male è simbolo del paese sostiene Lui. Paesi con le mille contraddizioni. Pazzia ed equilibrio, un limite spesso difficile da tracciare. Non solo sorta di reportage nelle foto di Lui, ma anche ricerche più estetiche come la fotografia della processione di un funerale davanti a Palazzo Pastore su via Longhi in una giornata uggiosa di novembre. Un’immagine molto contrastata in camera oscura che amplifica il triste senso dell’inverno della natura e della vita. Una vita quella di Maurizio Lui interamente dedicata alla professione e alla passione per la fotografia. Il suo primo servizio fotografico a un matrimonio è stato realizzato all’età di quindici anni quando ancora portava pantaloncini corti, ma ancora prima conosceva obiettivi, corpi macchine, pellicole e gli odori della camera oscura. Lui è figlio di un fotografo della Suzzara degli anni Trenta. Ancora non era nato e già la fotografia era la vita di Lui che ricorda quando la madre gli diceva di essere stato prolificato in camera oscura. Altro esempio di potere alchemico della camera oscura…


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