117 QUADRI DONATI ALLA COMUNITA’
DAL CONTE LUIGI LECHI

di Federico Migliorati

5 anni di lavoro ‘sotterraneo’ e la massima segretezza, poi, nei giorni scorsi, l’annuncio ufficiale: e la notizia è di quelle destinate a fare storia a Montichiari. Stiamo parlando dell’atto di donazione (firmato giustappunto in sala consiliare martedì 31 maggio) con il quale il conte Luigi Lechi (notaio oggi in pensione che nella nostra città ha prestato servizio per ben 45 anni, con una breve parentesi anche come consiglieri comunale) lascia al Comune di Montichiari (riservandosi l’usufrutto) un patrimonio di 117 opere d’arte tra olii su tela, tavole e disegni che andranno a costituire la futura pinacoteca di Palazzo Tabarino. Alla firma erano presenti, oltre al donante e al fratello ing. Piero Lechi, il sindaco Gianantonio Rosa, gli assessori comunali Gelmini, Zanola, Zampedri, Imperadori e Carzeri, il segretario comunale Lia Brogiolo, il dirigente Affari Generali del Comune Rita Zaniboni e il notaio stipulante l’atto Paolo Cherubini. “Non nascondo la mia immensa emozione – ha dichiarato il primo cittadino – e ringrazio di cuore il dott. Lechi per la generosità dimostrata verso la nostra comunità. Quando, nel giro di un paio d’anni, sarà pronto Palazzo Tabarino (ndr: ad oggi è presente solo uno studio di massima sull’edificio che ospitò per anni gli uffici comunali) questi meravigliosi quadri faranno bella mostra di sé e sono certo sapranno richiamare gli amanti dell’arte anche dai comuni limitrofi”; per Gelmini, “Montichiari diventa con questa donazione uno dei poli di eccellenza anche in ambito culturale, a dimostrazione dell’impegno che anche la Provincia mette quotidianamente per sostenere le tante realtà locali”. “Ci siamo subito preoccupati – ha dichiarato Zanola – quando Lechi alcuni anni fa chiamò la nostra amministrazione esprimendo la volontà di lasciare alla comunità questa collezione: in effetti si trattava di individuare un luogo adatto e non era facile vista l’importanza degli oggetti. La scelta è poi caduta spontanea sull’ex sede comunale, che credo sia anche la più idonea”. In merito alle opere donate, il cui valore ad una prima stima si aggira attorno ai 20 milioni di euro, spiccano, oltre ai tanti maestri bresciani e a varie scuole italiane del 1600 e 1700, una Sacra Famiglia, attribuita al Romanino, numerosi lavori del Pitocchetto (al secolo Giacomo Ceruti), e una Madonna col Bambino (un olio su tela) di Palma il Giovane. Ma le novità non finiscono qui: anche Piero Lechi, infatti, ha annunciato la volontà di lasciare in futuro alla nostra comunità un’ulteriore raccolta scelta di quadri e due collezioni di libri antichi (sotto l’esplicita condizione di intitolarle rispettivamente a Luigi e Piero, e Fausto Lechi, il di loro padre) che andranno ulteriormente ad arricchire le sale di Palazzo Tabarino. Nel giro di qualche anno, insomma, l’arte sarà più che mai di casa a Montichiari: la donazione Lechi, e quella Pasinetti (di cui parleremo nel prossimo numero della Civetta), sono solo i primi importanti tasselli destinati a far diventare la nostra città un luogo di rilievo in ambito storico-artistico.


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