INTERVISTA A
LES:PETITS:ENFANTS/TERRIBLEZ
(RISPONDE ANDJ>GUITAR.SYNTH.VOX)

di Luca Cremonesi

Direi di iniziare in modo classico: come e quando nascono les:petits:enfants/terriblez? LPETZ vengono forgiati ufficialmente nel 2001. Vi rimando, per la versione dettagliata della biografia, al nostro sito www.lpetz.net. Riguardo l’aspetto prettamente etimologico, l’appellativo les:petits:enfants/terriblez desidera licenziare la freschezza della proposta musicale assieme ad un’originale ricerca che si muove all’esterno della cultura anglofila, anche se poi la scelta della maggior parte dei testi è caduta proprio sulla lingua inglese, sebbene negli ultimi pezzi sto considerando fortemente il francese e l’italiano.

Se non erro les:petits:enfants/terriblez non sono un semplice gruppo ma qualcosa di più, vorrei che ci spiegassi il vostro progetto…
Interessante osservazione. Trovo che uno dei nostri punti di forza sia il fatto che abbiamo differenti backgrounds musical/culturali. La contaminazione osmotica che si crea tra noi ha in sé qualcosa di alchemico e complementare. Mi viene in mente una delle teorie di composizione del colore di Johannes Itten, il quale sostiene che il completo appagamento del senso della vista si ha nel momento in cui si bilancia l’immagine associando i colori complementari. Credo che renda l’idea. Tornando a noi, il concept del gruppo è lo sconfinamento, la ricerca della qualità totale, l’uscire dall’ambito rockband, per entrare in quello di performers. Crediamo fortemente nell’unione e nella mescolanza di più discipline artistiche, come danza, scenografia, design, teatro, poesia (soprattutto orfica e visionaria, da cui mi lascio influenzare per la stesura dei testi) happening ed installazione. Personalmente non ho simpatia nei confronti del concetto di “palco”, secondo il quale vi è questa divisione artista>spettatore, prediligo difatti una dimensione unica, ad uno stesso livello e biunivoca (Stanislavskij docet!), nella quale creare sintonia e relazione tra le due parti, per poter inglobare completamente lo spettatore, inserendolo appunto sulla nostra stessa frequenza, sia essa sonora che visuale. Ovviamente tutto ciò è possibile solamente in alcuni luoghi, la maggior parte delle nostre esibizioni sono concerti, ma questo non dipende da noi, dipende dal contesto ambientale, il quale è privo di supporti strutturali e logistici e maggiormente predisposto alla forma concerto.

Come les:petits:enfants/terriblez leggono il nostro territorio? Non mi riferisco in particolare a Castiglione delle Stiviere ma alle Colline Moreniche come territorio culturale…
Sarò franco: sono un indigeno, ma non ho vissuto culturalmente il mio territorio. Trovo comunque che questa sia una zona molto apprezzabile dal punto di vista ambientale, meno da quello culturale. Ci sono state e ci sono sicuramente delle ottime iniziative, come MosaicoScienze e Festivaletteratura, ma ad un livello più locale non ci sono progetti rivolti davvero verso il giusto target. Ho l’impressione che esista una sorta di congregazione elitaria, poco aperta ad una contaminazione esterna e molto manierista. Peccato, perchè la conformazione ambientale potrebbe offrire degli spunti stimolanti.

Cosa pensate degli spazi – fisici ma non solo – per la musica?
Il problema resta sempre quello. La cultura italiana non appoggia lo sviluppo musicale interno. Le conseguenze sono palesi. Credo che non ci siamo mai trovati così a fondo come oggi. Gli spazi per potersi esibire sono sempre pochi, inoltre un grande problema, che deriva sempre dal fattore culturale, è che i gestori fanno molta fatica a retribuire i musicisti. So che molti non la pensano così, ma suonare gratis a lungo andare nuoce alla musica ed al proprio sviluppo. Di questo passo i gestori troveranno sempre dei ragazzi che si esibiscono gratis, ma bisognerebbe fermarsi un attimo e riflettere sulla direzione che stiamo prendendo in Italia. Vari amici miei che abitano a Londra, o a Parigi, mi raccontano che tutti i musicisti vengono retribuiti, ovvio che se poi deludi non ti chiameranno più, ma diventa selezione naturale a quel punto. Noi siamo stati a Roma a suonare quest’anno, e i locali per la musica dal vivo originale (no cover) si contano sulle dita di una mano. Non credo che l’ambientazione “chitarra, un bicchiere di lambrusco e facciamoci una sonatina tra amici” sia una tattica vincente. Si potrebbe inoltre aprire un capitolo sulla figura dell’artista in Italia, ma sarebbe un discorso troppo lungo per così poche, sebbene preziose righe.

Ho ascoltato con attenzione il vostro album e vi ho visto dal vivo. Trovo che nella vostra musica ci sia un clima metropolitano, forse mi sbaglio non avermene. Quello che voglio dire è che mi sembra vi sia una ricerca e un’attenzione a movimenti, suoni e atmosfere europee, ma anche propriamente metropolitane, nella vostra musica. I vostri suoni, in altre parole, mi fanno dimenticare il mio ambiente e questo, in modo straordinario, mi è capitato anche dal vivo: un viaggio nell’anonimato delle grandi metropoli, dove con anonimato non intendo nulla di negativo anzi, mi riferisco alla sana atmosfera che si vive quando si esce dal proprio paese, dalla propria piazza e si abbandona finalmente l’identità che esse ci appiccicano addosso…
Concordo e ti ringrazio, è per me un grande complimento. Aggiungerei solo che cerchiamo di imprimere la nostra identità sopra diversi generi musicali.

Chiuderei con i vostri progetti futuri e, se possibile, con un commento. In questo periodo mi rendo conto di un buon fermento musicale, artistico in senso ampio e letterario nelle nostre zone, è solo una mia sensazione o, a tuo avviso, qualcosa si muove?
I nostri progetti futuri prevedono la produzione del nostro primo album, dopo l’EP Limited Edition autoprodotto. Per motivi di copyright non posso svelare ancora il nome dell’etichetta con cui abbiamo firmato, ma l’uscita dell’album è prevista per ottobre 2006/gennaio 2007. Qualcosa si muove, hai ragione, ci sono realtà musicali locali che si stanno aprendo al mercato nazionale, come SuperElasticBubblePlastic, CinemaVolta e Officinalchemike, auguro loro tanto successo e soddisfazione.


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