I LIBRI DELLA CIVETTA

di Paolo Capelletti / eidoch@libero.it


NON PENSARE ALL’ELEFANTE!
di George Lakoff
prefazione di Ferruccio de Bortoli
postfazione di Guido Moltedo
(Fusi orari) I libri di Internazionale, euro 12

Nei giorni della formazione del nuovo governo, per la sinistra, si è parlato di vittoria solo nelle alte schiere, quelle che parlano attraverso il tubo catodico; più spesso sono circolate espressioni come “mezzo successo” o “non-sconfitta”. Grave ed irritante errore, da parte dei rappresentanti, non ammettere che qualcosa non ha funzionato, che il berlusconismo ha superato la prova plebiscitaria a cui lo si voleva sottoposto alla vigilia del voto, che la coalizione di sinistra ha fallito sul piano della comunicazione, se ha ottenuto una così risicata maggioranza (peraltro, al Senato, solo grazie alla “porcata della legge elettorale”, Calderoli dixit) nonostante le previsioni entusiastiche. Prezioso documento per cercare di capire come mai la destra sa farsi capire e preferire (anche mentendo) mentre la sinistra annaspa livida di rabbia sulle candide poltrone vespiane è un libro di George Lakoff, pubblicato negli Usa nel 2004 e il febbraio di quest’anno in Italia: Non pensare all’elefante! raccoglie tra le sue pagine interventi, lezioni e discorsi tenuti nel 2004 dal docente di scienze cognitive e linguistica all’università di Berkeley, California. Lakoff, sulla base delle teorie cognitive che insegna, spiega che parlare agli elettori significa presentare innanzitutto dei frame, degli schemi linguistici, all’interno dei quali si muovano rapidamente le idee guida della propria politica e, consolidati i quali, tali idee diventeranno immediate e rievocabili con poche, efficaci parole anziché lunghi e poco fruibili monologhi. La destra conservatrice americana sa sfruttare i propri frame, li impone da diversi anni e i cittadini vi si identificano; così è semplice, ad esempio, parlare di “sgravi fiscali” e far percepire il senso di liberazione dato dall’eliminazione delle tasse, tacendo, sia ben chiaro, l’importanza fondamentale che riveste il contribuire per ottenere servizi sociali, soprattutto per le famiglie meno ricche. Consolidato il frame che identifica il presidente e il governo con il padre di famiglia severo ma responsabile e che sa cos’è bene per i figli, i repubblicani non devono legittimare il proprio operato e Bush, dopo aver sopravanzato l’autorità dell’Onu e invaso l’Iraq, può dire “non ci serve il permesso scritto di nessuno” vale a dire: noi siamo il genitore, decidiamo noi cosa è bene. Trovare analogie con la situazione italiana degli ultimi anni è fin troppo facile ma lo diventa ancor di più quando Lakoff spiega gli errori dei progressisti statunitensi; essi perdono tempo a screditare gli avversari, bollandoli come bugiardi o, peggio, come stupidi, senza considerare che la verità di per sé non basta se non la si presenta come funzionale al proprio programma. Occorre ragionare strategicamente e a lungo termine e non secondo manovre immediate ma fini a se stesse, considerando anche che gli elettori, piaccia oppure no, scelgono secondo valori in cui identificarsi, quindi non necessariamente per il proprio interesse. Per parlare e agire con forza si deve essere e non solo fingere di essere uniti ma, per farlo, serve “Non pensare all’elefante”: finiamola di rincorrere la destra, di parlare come lei credendo di farci capire e facendo, invece, il suo gioco dando valore ai suoi frame (vedi “sgravi fiscali”); creiamo il nostro linguaggio che esprima i nostri valori e facciamolo conoscere a tutti e, poiché ci vuole tempo, cominciamo oggi.


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