EINSTEIN OGGI

di Luigi Chesini

Nel 1905 Albert Einstein sancì una delle più importanti svolte scientifiche della storia con la pubblicazione su Annalen der Physik di alcuni articoli fondamentali. Per celebrarne il centenario il 2005 è stato proclamato l’anno internazionale della fisica. Il premio Nobel contrariamente a quanto si possa pensare, non fu dovuto alla teoria della relatività ma al suo articolo (appunto del 1905) dal titolo, un po’ oscuro, Un punto di vista euristico relativo alla generazione e alla trasformazione della luce. L’estrazione di elettroni per mezzo della luce, cioè l’effetto fotoelettrico, è alla base del funzionamento di sensori, cellule fotoelettriche e di tutti i dispostivi luce-elettronici. Con L’elettrodinamica dei corpi in movimento Einstein introdusse l’idea di relatività ristretta ed eliminò il concetto di etere. Sempre del 1905 è La formula che più è entrata nell’immaginario popolare E= mc. Era una relazione che dispiegava un nuovo mondo, perché presupponeva un rapporto tra massa ed energia, fino a quel momento ritenuto impensabile e suggerì la possibilità di sfruttamento dell’energia racchiusa nell’atomo. E’ bene precisare che lo scienziato non ebbe nessun ruolo attivo nel progetto Manhattan, anche se fu importante la lettera che scrisse al presidente Roosvelt nel 1939, paventando la possibilità che i nazisti potessero realizzare l’atomica. Oggi sappiamo però che Hitler fu sempre molto lontano da quel traguardo. Nel 1916 pubblicò la teoria della relatività generale, il nuovo paradigma sulla gravità, 340 anni dopo Newton. In questa sua costruzione teorica lo spazio e il tempo non sono più degli assoluti ma entità che vengono deformate dalla massa. E’ del 1917 l’articolo che getta le basi per l’emissione stimolata della luce, cioè il LASER; quattro anni più tardi ricevette il premio Nobel per la fisica. Negli ultimi trent’anni si dedicò all’elaborazione di una teoria unificata del campo che reintroducesse il determinismo anche nell’altra grande costruzione fisica del 900, la teoria dei quanti. Ancora oggi si tenta di conciliare queste due visioni, sussumendola in un’unica, come nella teoria delle stringhe. Il problema è, come sempre in ogni ipotesi scientifica, la verifica sperimentale. Sono in molti a concordare che se in quel periodo si fosse astenuto dal fare ricerca, la fisica oggi sarebbe la stessa. La sua età scientificamente più feconda fu quindi compresa tra i 20 e i 40 anni. Questo induce a riflettere sul sistema italiano in cui un ricercatore trova una sicurezza (quando la trova) mediamente appunto sui 40 anni. La sua vicenda personale si intreccia fortemente con la storia della prima metà del ‘900, la migrazione forzata in America di Einstein, ebreo e uomo di pace, è la metafora del passaggio al di là dell’Atlantico della supremazia scientifica. Tutto il novecento vede incombere la figura del grande tedesco, la sua immagine è diventata talmente famosa da farne lo scienziato per antonomasia, quasi un’icona pop.


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