CARPENEDOLO RICICLA, BRESCIA BRUCIA

di Enrico Marini

Proprio così, ma questo non è un pezzo di Roberto Saviano sul riciclaggio di denaro “sporco” della camorra o della n’drangheta. E nemmeno un articolo sugli incendi che questa estate hanno distrutto mezza Italia. Qui si parla di rifiuti destinati al riciclaggio e di come Carpenedolo sopravanzi Brescia di ben 12 punti percentuali nella raccolta differenziata. Già perché la città della Leonessa i rifiuti li brucia, più che riciclarli. Il comune del Carpine è stato insignito dell’attestato di “Comune riciclone 2007” risultando al 187° posto tra i comuni del nord Italia (con più di 10.000 abitanti). Nato nel 1994 su iniziativa di Legambiente, “Comuni Ricicloni” è ormai un appuntamento consolidato al quale aderiscono un numero sempre maggiore di comuni. Questa brillante iniziativa, patrocinata dal Ministero per l’Ambiente, premia le comunità locali sulla base delle percentuali di raccolta differenziata e degli investimenti per una migliore gestione dei rifiuti. I dati ricevuti dai comuni vengono poi verificati dai circoli territoriali di Legambiente e dalle ARPA regionali. Nel 2004 la raccolta differenziata raggiungeva il 41% dei rifiuti totali di Carpenedolo. Mentre oggi nel 2007 ha superato il 48%, anche grazie agli investimenti dell’amministrazione comunale che ha provveduto, con 130.000 euro, alla ristrutturazione del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti. Carpenedolo, infatti, vanta un efficace servizio domiciliare, che garantisce tre passaggi settimanali più uno per la raccolta della plastica, insieme ad una piazzola tra le più aperte al pubblico dell’intera provincia. Forte di una cultura ecologica diffusa, rafforzata da anni di campagne di sensibilizzazione nelle scuole e a tutte le famiglie, Carpenedolo è risultato il primo comune nella provincia di Brescia per la gestione dei rifiuti. Già nel 2006, secondo i dati regionali di “Comuni Ricicloni”, il paese del carpine aveva superato, tra i comuni presenti in graduatoria: Calcinato, Ghedi, Montichiari, Desenzano del Garda, Manerbio e Castel Goffredo. Brescia, nella raccolta differenziata, fa invece da contrappasso all’ottimo risultato di Carpenedolo. Il capoluogo di provincia è infatti fermo al 35,8%. Ma non c’è da stupirsi, a Brescia la raccolta dei rifiuti è gestita da ASM, la quale a sua volta è proprietaria del noto inceneritore. Ora anche i dati sostengono la tesi apparsa nel numero scorso, cioè che ASM non è incentivata a migliorare la raccolta differenziata, condannata com’è a rimpinzare gli “affamati” forni dell’inceneritore. Da sottolineare che la soglia minima di raccolta differenziata per entrare in graduatoria è fissata al 35% e che gli impianti di “termodistruzione” utilizzano la restante percentuale di rifiuti non differenziabili, o meglio, non differenziati per alimentarsi. Nel 2004 la Comunità Europea inflisse una multa all’ASM per aver bruciato carta da riciclo e rifiuti industriali. Inoltre, dopo cinque anni di “battaglia” legale, un paio di mesi fa la Corte Europea di Giustizia ha condannato ASM per non aver sottoposto la terza linea dell’inceneritore alla Valutazione d’Impatto Ambientale. Alla quale non sono state sottoposte nemmeno le prime due linee. Oggi, invece, la politica della municipalizzata bresciana punta a disincentivare la raccolta differenziata. Come sostiene Marino Ruzzenenti, di “Cittadini per il riciclaggio”, ASM, società quotata in borsa, ha tutto l’interesse che i rifiuti provinciali destinati all’inceneritore non diminuiscano. Dato che, per i rifiuti extraprovinciali inceneriti, la municipalizzata bresciana non incassa alcuna tariffa. Ha proprio ragione il ritornello estivo di Irene Grandi: “Brucia la città”. Già, perché Carpenedolo ricicla, mentre Brescia brucia, e purtroppo non solo d’invidia.


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